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sabato, Giugno 28, 2025
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Appalti pubblici ed equo compenso: la posizione di Inarcassa

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Gli appalti pubblici rappresentano un aspetto fondamentale per il funzionamento di qualsiasi Paese, perché permettono agli enti pubblici di acquisire beni e servizi da imprese e professionisti. Ma uno degli argomenti più discussi in questo settore è il tema dell’equo compenso. Garantire che tutti i lavoratori e le aziende che partecipano ricevano una remunerazione adeguata è fondamentale per promuovere i principi di giustizia e trasparenza. Ma che cosa significa equo compenso negli appalti pubblici e perché questo tema è così importante?

Cos’è l’equo compenso

Gli appalti pubblici sono regolati da una normativa complessa e rigorosa, che impone requisiti severi alle aziende che intendono partecipare alle gare. Tra questi requisiti, oltre alle competenze tecniche – e al riguardo invitiamo a consultare l’elenco delle categorie SOA nel sito SoaSemplice.it – vi è la necessità di dimostrare anche la solidità economica necessaria a realizzare opere o fornire servizi. In questo senso è molto importante e influente la questione dell’equo compenso, tema su cui anche Inarcassa (l’ente previdenziale per ingegneri e architetti) ha preso posizione evidenziando la necessità di tutelare i compensi minimi adeguati al fine di garantire una concorrenza leale.

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L’equo compenso è una misura che si propone di garantire una retribuzione giusta a tutti i professionisti coinvolti in lavori per la pubblica amministrazione. Non si tratta esclusivamente di stabilire un compenso minimo, ma di assicurare che questo sia proporzionato alla qualità, alla quantità e all’importanza del lavoro svolto. Quindi, significa riconoscere il valore reale del lavoro e garantire che nessuno venga sottopagato.

Perché l’equo compenso è necessario negli appalti pubblici

Negli ultimi tempi, molti professionisti hanno denunciato situazioni in cui gli appalti pubblici venivano assegnati a prezzi troppo bassi, con la conseguente riduzione dei compensi per chi prestava servizi. Questa è una pratica che crea ingiustizie e rischia di abbassare la qualità dei lavori realizzati, perché le aziende cercano di ridurre i costi a discapito dei lavoratori. L’introduzione di norme sull’equo compenso ha l’obiettivo di riequilibrare questa dinamica, facendo in modo che tutti i partecipanti ricevano una giusta retribuzione per il loro impegno.

La riunione presso il MIT

Adesso il percorso verso l’approvazione del decreto correttivo del Codice dei Contratti Pubblici si arricchisce di un nuovo passaggio importante. Poco tempo fa si è tenuta una riunione conclusiva presso il MIT, il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, un incontro che ha visto la partecipazione di più di 70 rappresentanti di associazioni del settore, di enti, sindacati e altri soggetti coinvolti. La riunione riguarda la consultazione pubblica sul decreto legislativo 36 del 2023 e i partecipanti hanno avuto l’opportunità di presentare delle proposte di modifica.

Il prossimo passo sarà la stesura dello schema di decreto legislativo. Quest’ultimo, entro poche settimane, sarà sottoposto ad un primo esame da parte del Consiglio dei Ministri, per poi passare al Consiglio di Stato, alla Conferenza Unificata e infine alle Camere, per ottenere i pareri necessari.

Le dichiarazioni di Inarcassa sull’equo compenso

Tra i partecipanti al tavolo tecnico, anche la Fondazione Inarcassa ha messo in evidenza l’importanza dell’equo compenso nel Codice Appalti. L’ingegnere Andrea De Maio, presidente di Inarcassa, ha sottolineato come questo principio rappresenti un punto importante per la Fondazione, perché si ritiene essenziale che l’equo compenso sia applicato anche ai contratti pubblici.

De Maio ha spiegato che l’equo compenso non dovrebbe essere visto come una spesa da parte della pubblica amministrazione, ma come un vero e proprio investimento. Secondo il presidente di Inarcassa, garantire una retribuzione equa permette di mantenere un elevato livello di qualità nei progetti, riducendo il rischio di contenziosi che spesso fanno aumentare i costi.

Inoltre, ha messo in evidenza che questo principio protegge i valori riconosciuti dalla legge 49 del 2023, considerata di grande rilevanza dalla politica del nostro Paese. Inarcassa, per questo motivo, si è resa disponibile a collaborare con le istituzioni governative per migliorare le norme, in modo da assicurare che i professionisti possano operare in condizioni ottimali per contribuire allo sviluppo del Paese.

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