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sabato, Aprile 20, 2024
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Appalti e tangenti, arrestati funzionari pubblici e imprenditori: sono di Melito, Afragola, Portici e Pozzuoli

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Imprenditori, politici e funzionari comunali al centro dell’inchiesta su appalti truccati condotta dal comando provinciale della Guardia di Finanza di Napoli. L’inchiesta che questa mattina ha portato all’arresto di 5 persone (di cui una ai domiciliari e vede indagato Antonio Sommese, nipote del consigliere regionale Pasquale Sommese (quest’ultimo, seppur tirato in ballo, non risulta sotto inchiesta).

Le manette sono scattate al termine di indagini coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia partenopea e concentratesi nel Comune di Nola.

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Sono accusati, a vario titolo, di corruzione e turbata libertà degli incanti in relazione ad una gara di appalto indetta dal Comune di Nola. La Gara d’appalti riguardava l’esecuzione dei lavori di riqualificazione urbana ed ambientale delle frazioni di Piazzolla e Polvica, completamento delle reti fognarie di quel Comune e del collettore San Giuseppe Vesuviano-Piazzolla.

 

Nel corso dell’indagine, denominata The Queen, sono state riscontrate irregolarità riguardanti varie gare di appalto, di committenza pubblica, gestite da Enti pubblici delle Province di Napoli, Caserta e Benevento. E’ emerso il coinvolgimento di funzionari e imprenditori. Questi avrebbero inciso in maniera determinante sull’aggiudicazione della gara d’appalto in questione, realizzando dei ‘vestiti su misura’ per le imprese “predesignate”. I

 

Appalti truccati – 4 persone in cella e una ai domiciliari

Nell’ordinanza risultano contestate condotte di turbata libertà degli incanti e corruzione al Responsabile Unico del Procedimento (R.u.p.) della gara, Gustavo Anaclerio (classe 1963), già dipendente del Comune di San Giuseppe Vesuviano e Responsabile Unico del Procedimento (R.u.p.) della gara presso il Comune di Nola, dove è in forza dal 2013. Anaclerio, attraverso l’intermediazione di Antonio Sommese (detto Antonello) e dell’imprenditore di Melito di Napoli Luigi Marrone (classe 1984), è accusato di avere consegnato in anteprima agli ingegneri Guglielmo La Regina Umberto Perillo documenti riservati inerenti alla gara di appalto.

L’anticipazione della documentazione di gara, secondo gli inquirenti, avrebbe consentito ai professionisti di redigere un’offerta tecnica blindata. Garantendo, così, l’aggiudicazione della gara al Raggruppamento Temporaneo di Imprese denominato “Icoop – Impregivi” degli imprenditori edili Antonio Piccolo (Portici, classe 1984)di Casapesenna e Pasquale Viro (classe 1969) di Afragola.

 

 

Nei guai anche il presidente della commissione di Gara di appalti – Funzionario tecnico del Provveditorato Interregionale OO.PP. della Campania, Molise e Basilicata – Catello Esposito, accusato di avere colluso con i partecipanti.

Non soltanto atti e documenti, ma anche uno scambio di denaro per quasi 100mila euro, è contestato agli indagati.

Nello specifico, Gustavo Anaclerio avrebbe ricevuto una tangente di circa 70.000 euro. Mentre ad Antonio Sommese, sarebbero andati 15.000 euro, destinati a finanziare la campagna elettorale di Pasquale Sommese per le elezioni regionali del 2015.

 

Alla luce di ciò, il Gip ha disposto il carcere per Gustavo Anaclerio, Luigi Marrone, Antonio Piccolo e Pasquale Viro, mentre Catello Esposito è stato relegato ai domiciliari.

 

Pasquale Sommese: “Inaccettabile accostamento”

Non risulta indagato il consigliere regionale Pasquale Sommese. «Si è voluto operare un malizioso – ha commentato l’ex assessore provinciale – Un’inaccettabile accostamento a vicende che apprendo solo dagli organi di stampa a me totalmente estranee e del tutto sconosciute. Ribadisco la mia totale fiducia nella capacità del sistema giudiziario di fare verità e giustizia».

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