La provincia Bergamasca vive in queste ore momenti da bollettino di guerra: COVID19 miete vittime tra i soggetti a rischio, anziani, immunodepressi, persone indebolite nel corpo… ma persone che sono i nostri genitori, fratelli, nonni, sorelle. Persone con cui abbiamo convissuto tutta una vita, e persone che ora non ci sono più.
Ma persone, ora cadaveri, cui la pandemia impedisce anche un funerale “normale”.
Troppe morti, specie nelle zone diventate focolaio, troppo ravvicinate, e con troppe precauzioni da prendere.
Non vi è alcun complotto in corso: ma solo una catena di solidarietà in un’Italia che riuscirà ad uscire da questa crisi solo se unita, e una volta uscita dovrà imparare a mettere in quarantena e isolamento non più i virus e i corpi, ma l’infetta mentalità di chi vorrebbe vederci divisi, rabbiosi e carichi di odio a latrare ai fantasmi di una mente iperattiva che non conosce carità ma solo disprezzo e livore.
Il Comune di Modena consente a Bergamo di usare i suoi impianti di cremazione per dare una sepoltura caritatevole ed umana alle vittime della pandemia.
I nostri militari, solitamente difensori della Patria in una Patria che ripudia la guerra come mezzo di offesa, mettono a disposizione i loro mezzi per l’ultimo e solenne ufficio da becchini.
Le salme saranno cremate, e le ceneri composte in urne per essere riportate all’affetto dei loro cari.
Non avremmo mai creduto di vedere, in tempo di pace, pompe funebri impossibilitate a fare il loro lavoro per una combinazione di elevato numero di morti, pandemia e impossibilità di muoversi.
Ma è accaduto, e per una volta, provate a concedere un gesto di pietà e non improbabili complotti.


