“Non siamo assassini, è assurdo accusarci di cose gravissime senza prove”. A parlare è la famiglia Bervicato, tirata in causa dal giornalista Pino Grazioli durante una sua diretta Fb. Secondo il giornalista, i Bervicato sarebbero responsabili dello spaccio di droga nel parco Verde e coinvolti nella sparizione di Antonio Natale. Dopo la diretta di Grazioli, i Bervicato si sono recati in Caserma a Caivano per protestare, anche perchè sono stati pesantemente insultati e minacciati. In una lettera i Bervicato fanno chiarezza sulla vicenda e chiedono rispetto: “Vogliamo dare le condoglianze a tutta la famiglia di Antonio Natale, a noi ci dispiace moltissimo. Noi famiglia Bervicato abbiamo sbagliato e anche pagato e la pagheremo ancora attenzione delle cose già “passate”. Non siamo santi ma neanche assassini e non potete darci già la colpa senza prove e vedere mettere foto senza conferma con le indagini aperte non si poteva permettere ecco perché abbiamo riagito così”.
La lettera della famiglia Bervicato sul caso di Pino Grazioli
Le forze del ordine stanno facendo il loro dovere e dal primo momento noi famiglia Bervicato quando hanno dichiarato che eravamo latitanti noi siamo andati in caserma a testa alta. E non è nemmeno il caso dí infangarci così, state giudicando senza conoscerci e senza sapere le cose come stanno realmente che non sto qua a parlare perché le forze dell’ordine devono fare il proprio lavoro e io non sono nessuno a parlare di nessuno.
Mettendo le nostre foto ci ha fatto fare il giro d’ Italia senza prove senza sapere se poi noi siamo innocenti ci hanno infangati senza far niente? Lo ripeto, non siamo santi ma come si dice tempo al tempo verrà la condanna per tutti e noi vogliamo pagare ma dalla legge non da voi. E’ una parola bruttissima assassino, il signor Pino Grazioli che lo abbiamo sempre stimato ci ha riempito di parole. Ci ha infangati così intromettendo le indagini della legge..
Il caso di Antonio Natale
Ora siamo tutti nelle mani della legge per la giustizia per Antonio ma nello stesso momento anche per noi. La gente che ci conosce sa che persone siamo. Fin da ieri tutti a dire siamo con voi vi voglio bene site delle persone umili e poi adesso? Adesso parlate parlate contattateci e noi vi rispondiamo. Non mettetevi a puntare il dito noi “Bervicato”, non siamo così. Ci sono anche persone che con questa vita non hanno niente a che fare. La mattina vanno a lavorare. E solo perchè di cognome si chiamano Bervicato hanno paura di scendere da casa. Spero con questo piccolo messaggio avete capito e continuate a fare le mamme i padri a lavorare e non mettetevi a puntare il dito siamo umani anche noi e non bestie”.
Grazioli risponde
Pino Grazioli ha risposto di nuovo alla famiglia Bervicato, da come si evince in un video pubblicato sui social alcuni soggetti hanno minacciato di morte e offeso il giornalista all’esterno della caserma. Grazioli ha detto che è pronto a fare la denuncia a queste persone.
Un botta e risposta che non fa bene alle indagini
Insomma si è scatenato un botta e risposta tra la famiglia Bervicato ed il giornalista Pino Grazioli, tutta questo invece di aiutare i carabinieri e la famiglia Natale per la scoperta della verità su quanto accaduto finisce solo per creare confusione. Sarebbe l’ora del silenzio. Le forze dell’ordine sono al lavoro per trovare nel più breve tempo possibile i colpevoli dell’omicidio di Antonio, senza fare clamore. Nel rispetto della famiglia di Antonio Natale e delle forze dell’ordine.