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giovedì, Aprile 25, 2024
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Biglietti omaggio agli amici del clan, Paolo Cannavaro si difende ma una telefonata lo incastra

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Tiene banco il caso deferimenti. Tra gli indagati c’è anche Paolo Cannavaro, che ha parlato cosi come riporta Il Corriere del Mezzogiorno: “«Come se essere amico di qualcuno, prima ancora che questa persona finisse nelle maglie della giustizia, fosse un reato sportivo», netta la sua osservazione. Il difensore napoletano adesso è in Cina con il fratello Fabio, ha in programma il corso per allenatore e la notizia del deferimento arriva come un fulmine a ciel sereno. Si affida all’avvocato Luciano Ruggiero Malagnini e insieme metteranno su la memoria difensiva in vista della prima udienza, consapevole e cosciente di non aver commesso «nessun illecito sportivo». «Un mio amico aveva una agenzia di scommesse, peraltro avviata anni dopo la nostra conoscenza. E allora, avrei scommesso? Mai fatto». «La prima cosa che ho detto al telefono – aggiunge Cannavaro – era la richiesta della garanzia e della certificazione dell’oggetto prezioso. Non altro. Sicuro di aver fatto ogni cosa in perfetta buona fede».

 LE ACCUSE
Risale al 17 gennaio 2014 la telefonata relativa ai biglietti omaggio in favore di persone
ritenute legate al clan. A chiamare Paolo Cannavaro e’ un tale Lello che, come
sottolineano gli investigatori della Dia nella informativa trasmessa ai magistrati della
Direzione distrettuale antimafia di Napoli, chiede al calciatore ”biglietti omaggio per una
partita del Napoli destinati a due soggetti legati al clan Lo Russo di Miano”.

L’ANTIMAFIA

Alla telefonata faranno seguito alcuni messaggi Sms in cui si indicano i nominativi dei
beneficiari dei biglietti. ”Cio’ che invece ha spinto a
segnalare la vicenda riguarda certamente i nominativi dei beneficiari dei biglietti della
partita di calcio. Da accertamenti esperiti all’anagrafe comunale ed in banca dati SDI,
infatti, le persone indicate con tanto riserbo da Lello sono risultate inesistenti con le date di
nascita comunicate negli sms riportati nella presente. In realta’, pero’, gli stessi nominativi
corrispondono a nomi conosciuti a questo ufficio, poiche’ corrispondenti a soggetti
notoriamente affiliati e/o attigui al clan camorristico Lo Russo”.
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