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venerdì, Luglio 4, 2025
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Il boss Pecorelli ordinò lo sfratto dell’inquilino in carrozzella: “Lo butto giù”

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Oscar Pecorelli è conosciuto nell’ambiente criminale con il soprannome ‘o malomm e questa sua reputazione troverebbe conferma nelle sue stesse parole. Il boss della fazione di Ngopp Miano è stato intercettato nel corso della sua detenzione nel carcere di Opera.  Il capoclan ha continuato a dare ordini al cugino Oscar Pecorelli, detto ‘o pastore, e al ras Gaetano Catone, alias ‘o pazzo. Infatti nell’indagine della Procura di Napoli il boss 45enne è stato accusato di aver ricevuto e usato un telefonino dal penitenziario milanese grazie al quale comunicava con l’esterno.

L’intestazione fittizia e il riciclaggio di soldi

Nell’ordinanza di custodia cautelare, emessa dal gip del Tribunale di Napoli contro gli eredi del clan Lo Russo, sono state incluse anche le parole di ‘o malomm che voleva ottenere la restituzione di un suo immobile a Capodimonte. I magistrati partenopei hanno voluto dimostrare il collegamento della titolarità effettiva di Pecorelli di un appartamento che avrebbe stato intestato a prestanome.

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Una dimostrazione di ferocia è emersa dalla conversazione tra i cugini, registrata il  26 ottobre del 2021. In quell’occasione il 45enne avrebbe voluto sfrattare un inquilino invalido:  “Io lo prendo a lui, la carrozzella, e lo butto giù“.  Pochi giorni prima ‘o malomm avrebbe dato altre disposizioni anche a Catone: “Non gli dovete dare questa confidenza! Già il fatto che si sono messi dentro casa… Io… buttate tutti quanti di sotto… cioè quelli la… abbasc… solo se sanno il nome mio si pisciano sotto, io li uccidevo per sfizio e questi mo si prendono la confidenza“.

I guai per la famiglia Pecorelli

A Pecorelli, alla moglie Mariangela Carrozza, e al figlio della coppia, Rosario, sono stati notificati, rispettivamente, due arresti in carcere e uno ai domiciliari per i diversi reati contestati a vario titolo dalla Procura di Napoli dai pm Maria Sepe, procuratore aggiunto Sergio Amato.

Ai familiari è stata contestata l’associazione armata di stampo mafioso, il riciclaggio, l’autoriciclaggio, il trasferimento fraudolento di valori, estorsione e usura aggravate dal metodo mafioso, frode fiscale e accesso indebito a dispositivi idonei alla comunicazione da parte di soggetti detenuti.

L’ordinanza è stata notificata dal Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria della Guardia di Finanza di Napoli e dal Nucleo Investigativo Centrale di Roma della Polizia Penitenziaria, in collaborazione con il Servizio Centrale Investigazione Criminalità Organizzata. 

 

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Alessandro Caracciolo
Alessandro Caracciolo
Redattore del giornale online Internapoli.it. Iscritto all’albo dei giornalisti pubblicisti dal 2013.
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