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venerdì, Marzo 29, 2024
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[Video]. Caivano. Un altro raid al Parco Verde, la ‘vendetta’ dei pusher dopo la rimozione delle panchine

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Ancora ombre sul Parco Verde di Caivano. Indagini aperte, a cura dei carabinieri locali, per far luce sull’atto vandalico messo a segno nella sede dell’associazione di volontariato ‘Un’infanzia da vivere’. Il nuovo anno è iniziato con una brutta sorpresa per gli attivisti del gruppo. Hanno trovato distrutti otto neon e i vasi con i fiori. I balordi hanno dato alle fiamme anche il contenitore per la raccolta degli indumenti in disuso. I volontari, questa mattina, si sono recati a sporgere denuncia. E’ stato effettuato il sopralluogo mentre è in corso l’attività investigativa per far luce sull’accaduto.

La reazione dei volontari dell’associazione

E’ tanto lo sdegno de la rabbia tra i componenti dell’associazione ‘Un’infanzia da vivere’. La presidente Chiara Campestre e Bruno Mazza, responsabile del settore giovanile e scolastico, sperano quanto prima “nell’installazione di un sistema di videosorveglianza collegato direttamente con le forze dell’ordine”. Mazza ha spiegato: “Il 27 dicembre abbiamo tolto le panchine che c’erano all’esterno della struttura. Dopo le 22 venivano anche occupate da personaggi vicino alle piazze. Ci è capitato anche che dei ‘passanti’ ci chiedessero dove potevano trovare la droga. Questo a noi volontari ed è assurdo. Si stava creando un’abitudine e quindi abbiamo tolto le panchine. Il primo gennaio hanno vandalizzato la sede della struttura. Le piantine sono state già ricomprate grazie all’aiuto di ‘Fondazione con il Sud’ e del suo presidente Carlo Borgomeo“. 

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Il raid precedente

Non si tratta del primo raid vandalico messo a segno a spese dell’associazione ‘Un’infanzia da vivere’ del Parco Verde. A fine ottobre, vennero dati alle fiamme due veicoli: uno scuolabus e un furgone. I mezzi erano utilizzati per trasportare i piccoli del rione popolare all’esterno per impiegarli in diverse attività tra sportive e ricreative. Una sorta di alternativa a quello che sembra essere un destino segnato dal posto in cui sono nati. Fin da subito, l’episodio di ottobre è parso un gesto mirato contro chi lavora con i ragazzi per sottrarli alla criminalità che dilaga nel rione.

IL VIDEO

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