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mercoledì, Aprile 24, 2024
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Camorra. Il ritorno del clan legato al superboss dei Casalesi

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Un nome che ritorna dal passato. Come la fenice guarda caso scelta da alcuni fedelissimi del clan come tatuaggio per testimoniare il ritorno sulla scena criminale partenopea. Un ritorno in grande stile avvenuto, è questa l’ipotesi degli investigatori, a suon di morti ammazzati. E’ la strategia del clan Stabile, strategia scelta dopo alcune scarcerazioni eccellenti e dopo il patto siglato con la famiglia Ferrara in funzione anti-Lo Russo o meglio contro i reduci di quel clan che ha fatto il bello e cattivo tempo per oltre trent’anni tra Miano e dintorni. Lo chiamano ‘clan delle garrotte’ o ‘clan dei capelloni’, un gruppo spietato che, sempre secondo gli investigatori, sarebbe in passato arrivato anche a torturare le proprie vittime. Il gruppo fu fondato negli anni Novanta da Gaetano Stabile ex-socio di Bardellino e dello schieramento di Nuova Famiglia, che insieme al fratello Vincenzo gestiva il traffico all’ ingrosso di droga nel nord di Napoli. Nel loro bunker di via Cupa Spinelli alcuni collaboratori di giustizia hanno parlato addirittura di una stanza delle torture usata dal clan per far parlare i nemici. Dopo l’uccisione del boss Gaetano il gruppo si ridimensionò e alcuni ‘guaglioni’ confluirono nel clan Licciardi. Negli ultimi mesi però la situazione è cambiata nuovamente con il ritorno sulla scena del gruppo che adesso vorrebbe estendere la propria egemonia su parte dell’area nord.

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