Una dozzina di calciatori, alcuni dei quali di serie A, sono indagati per fatti avvenuti fino al 2023, nell’ambito di un’inchiesta milanese su un giro di scommesse clandestine, che non riguarderebbe partite di calcio.
Tra i nomi dei calciatori iscritti per aver scommesso illecitamente figurano quelli di Nicolò Fagioli, Sandro Tonali, Weston McKennie, Alessandro Florenzi, Raoul Bellanova, Angel Di Maria e Nicolò Zaniolo.
Caso scommesse in Serie A, tra i calciatori indagati c’erano gli “ossessionati dal poker”
I calciatori, secondo quanto si apprende, sarebbero indagati per avere giocato sulle piattaforme illegali di scommesse e poker e per averle pubblicizzate tra altri calciatori.
In particolare, Sandro Tonali e Nicolò Fagioli devono anche rispondere per aver «dato pubblicità alle scommesse esercitate e gestite da Tommaso De Giacomo, Patrik Frizzera e Pietro Marinoni: in particolare in più occasioni diffondevano e pubblicizzavano tra i loro conoscenti, molti dei quali calciatori professionisti, le piattaforme illegali di scommesse o gioco del poker, facevano da tramite per l’apertura o il caricamento dei conti di gioco, effettuavano consegne di denaro per conto di altri scommettitori, anche in contanti».
In particolare i due calciatori «partecipavano alle scommesse riguardanti eventi sportivi e al gioco del poker» sulle piattaforme non legali, in particolare Betsport22.com – Swapbet365.eu – Vipsport360.com- Texinho.com.
I “pokeristi seriali” e quel gruppo Whatsapp tra calciatori “senza Zaniolo”
C’è, negli atti, il riferimento a gruppi WhatsApp sui quali diversi soggetti (tra cui Tonali, Fagioli, McKennie e altri) «erano soliti organizzarsi per giocare tra loro all’interno di ‘stanze chiuse virtuali», in particolare emerge che De Giacomo «ricaricava il ‘tavolo virtuale’ di tutti i giocatori di poker quando i calciatori organizzavano, sul gruppo WhatsApp denominato ‘Poker senza Zaniolo’, una sessione di partite di poker».
Gli sportivi elencati in precedenza sono indagati per il comma 3 della medesima legge del 1989, e cioè per l’ipotesi che nello stesso periodo abbiano partecipato non a scommesse sul calcio ma sulle piattaforme illegali a giochi non autorizzati dall’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli e, in particolare alle partite di poker su tavoli online.