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martedì, Maggio 7, 2024
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“La cassa del clan Mallardo non è il porcellino”, il pentito Pirozzi spiega la gestione dei soldi della cosca

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E’ il pentito del Clan Mallardo Giuliano Pirozzi a spiegare come funzionava la cassa del clan. In uno degli ultimi interrogatori rilasciati, il collaboratore di giustizia, rispondendo alle domande dei magistrati, racconta: “La cassa del clan non è il classico porcellino, la cassa del clan va intesa come una serie di persone di fiducia che per un determinato tempo mantengono tot somme provento di attività illecite, che al momento che il clan poi decide di fare un’operazione in 24/48 ore vengono chiamate all’ordine, tra cui pure io, e dobbiamo portare la rendicontazione e la somma che teniamo in gestione.Spesse volte me l’hanno fatte tenere la cassa, però tenevo la visione della maggior parte delle entrate, in quanto ero molto abile dal punto di vista contabile.

 

Pacchi di soldi gestiti dal pentito e distribuiti agli affiliati.

Il retroscena viene raccontato dal pentito Giuliano Pirozzi: “Spesse volte me l’hanno fatte tenere la cassa del clan, però tenevo la visione della maggior parte delle entrate, in quanto ero molto abile dal punto di vista contabile. A volte dei pacchi non li aprivo nemmeno, venivano messi nei fogli di giornale, quando venivo chiamato li riportavo subito. Oppure a mia volta trovavo un’altra persona insospettabile, che poteva essere una zia di mia mamma e farla mantenere onde evitare perché anch’io sapevo che stavo sotto le luci dei riflettori della magistratura”. Pirozzi poi racconta delle difficoltà avute prima della decisione di pentirsi: “Infatti la mia morale è là che non mi ritrovai più nel clan perché mi trovai tradito dalle persone che io materialmente gli avevo dato i mille euro, porto una somma x, e tutti quanti d’accordo dicevano, con un complotto, che non gli avevo dato niente, quindi io contro cento ed è proprio quello che mi ha dato la forza, lo sprint in più per rivolgermi alle forze dell’ordine perché si negavano che il giorno prima erano venuti a casa mia, in presenza anche di mia moglie, e io gli avevo consegnato i soldi. Quindi mi hanno dato uno sprint in più, mi hanno fatto capire proprio quanto valevano”.

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