PUBBLICITÀ
HomeAttualità"Chi vuole lavorare in Serbia?". La proposta della Stellantis fa infuriare gli...

“Chi vuole lavorare in Serbia?”. La proposta della Stellantis fa infuriare gli operai di Pomigliano

PUBBLICITÀ

Niente lavoro in Italia, ma in Serbia sì. E’ con questo presupposto che Stellantis estende sia agli operai dello stabilimento Mirafiori – a Torinosia di Pomigliano D’Arco la proposta di trasferimento per alcuni mesi nello stabilimento di Kragujevac, in Serbia – dove è da poco in corso la costruzione della Fiat Grande Panda. La domanda – “Chi vuole andare in Serbia?” – è infatti stata posta proprio ieri direttamente alle tute blu, anticipata martedì durante un incontro con i sindacati.

La proposta di Stellantis

Si prevede, dunque, che circa un centinaio di lavoratori del Giambattista Vico potrebbe partire per affiancare i colleghi locali. Ma, per il momento, nessuno sembra farsi avanti. L’offerta di Stellantis prevede uno stipendio italiano, un’auto in affitto ogni 3 operai, e infine un’indennità: per i primi 15 giorni – durante i quali gli interessati dovranno cercarsi un’abitazione – saranno a piè di lista con indennità giornaliera di €25,82. Allo scadere del periodo iniziale, il lavoratore dovrà trovare autonomamente una sistemazione abitativa; successivamente, si passa ad un regime di forfait con indennità giornaliera di €70. L’importo include le spese della casa e dei pasti, compresi quelli del sabato e domenica. Dopodichè il primo rientro in Italia è fissato dopo circa 40-45 giorni, con viaggio a carico dell’azienda.

PUBBLICITÀ

Le critiche dei sindacati: “Una scelta grave, miope e disorganizzata

La reazione dei sindacati non si è fatta attendere, ed è stata immediata: hanno infatti parlato apertamente di una scelta “grave, miope e disorganizzata. Infatti, secondo i sindacati, non si può restare indifferenti davanti alle condizioni con cui lo stabilimento ha riaperto i cancelli al termine della stagione estiva, persino peggiori rispetto a prima della chiusura: produzione dimezzata rispetto allo scorso anno, catena di montaggio intermittente, ricorso sistematico alla cassa integrazione – molto della quale già annunciata per le prossime settimane.

Fra tutti, il primo a far sentire la propria voce è stato il segretario generale della Uilm Napoli e Campania Crescenzo Auriemma, il quale ha infatti richiesto l’immediata apertura di un tavolo di crisi tra il Governo, Stellantis e le varie rappresentanze dei lavoratori. “Diamo lavoro alle fabbriche ferme in Italia – ha tuonato Auriemmanon chiediamo agli operai italiani di andare a produrre altrove. L’azienda faccia ripartire davvero lo stabilimento di Pomigliano, invece di proporre trasferte volontarie che sanno di disimpegno“.

I vertici Fim di Napoli: “Grave errore industriale e strategico

In Serbia – affermano Biagio Trapani e Aniello Guarino, rispettivamente segretario generale e segretario provinciale della Fim di Napoli mancano ancora professionalità consolidate nel settore automotive, e tentare di colmare il divario inviando lavoratori italiani è una scelta che svilisce le competenze locali e svuota il senso di ogni investimento responsabile“. Sulla stessa lunghezza d’onda, hanno poi giudicato le direttive di Stellantis come dei gravierrori industriali e strategici“.

Non ha risparmiato critiche nemmeno la Cgil di Napoli e Campania, il cui segretario generale Nicola Ricci ha commentato: “Neanche il nuovo amministratore delegato, di origini campane, sembra voler invertire la rotta. Si continua con esuberi mascherati da volontarietà e ora si apre un pericoloso precedente“.

PUBBLICITÀ