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giovedì, Marzo 28, 2024
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Ciro torna a camminare, la storia del militare di Giugliano: “Non mollate mai”

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“Voglio mandare un messaggio di speranza a tutte le persone che, come me, hanno affrontato momenti bui”. Comincia così il racconto di Ciro Nappo, 40enne di Giugliano originario del Rione Berlingieri a Secondigliano. Una storia incredibile, quella di Ciro, fatta di delusione, sofferenza e tanta voglia di rinascere.

La storia di Ciro

Tutto è cominciato circa 20 anni fa, precisamente il 3 maggio 2000. Ciro è un ex caporal maggiore dei paracadutisti e quel giorno stava facendo ritorno a casa per fare una sorpresa al papà nel giorno del suo compleanno. Quel mercoledì a Livorno era una tipica giornata primaverile, il sole batteva forte e delle nuvole nemmeno l’ombra. Insomma le condizioni perfette per un viaggio in macchina. “Eravamo in 5racconta Ciroe stavamo facendo ritorno al Sud. Una volta imboccata l’autostrada le condizione meteo sono cambiate repentinamente. Ha cominciato a piovere forte e io, a causa dell’acquaplaning, ho perso il controllo dell’auto. Mi sono schiantato contro il muro che costeggia la strada capovolgendomi per ben due volte”.

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Ciro quando era caporal maggiore dei paracadutisti dell’Esercito Italiano

L’impatto è così forte che Ciro perse conoscenza: “I ragazzi che erano con me sono usciti indenni dall’auto mentre io persi conoscenza. Sono stati loro a tirarmi fuori dall’abitacolo”. Da lì il trasporto d’urgenza all’ospedale di Valdarno dove venne dimesso il giorno dopo. Tornato a casa a Napoli, però, la sua famiglia si rese conto che c’era qualcosa non andava: “Stavo male, facevo fatica a reggermi in piedi o alzare le braccia”, ricorda Ciro.

Dopo un lungo calvario e dopo aver girato diversi ospedali dell’hinterland, uno zio gli suggerisce di recarsi alla Clinica Pineta Grande di Castel Volturno. “Mio cugino aveva subito lo stesso incidente”, racconta. Quello che Ciro scopre in seguito ad una risonanza magnetica effettuata in un centro vicino ha dell’incredibile: “Avevo il distaccamento della vertebra C7-D1”. Immediato il ricovero in clinica, dove viene sottoposto ad una delicata operazione durata 12 ore: “Sono stato il primo ad essere sottoposto ad un intervento di mieloradicolopatia, al punto che il dottore che mi ha operato ha scritto anche un libro a riguardo”. A questo proposito, Ciro tiene a ringraziare personalmente il dottor Alfredo Bucciero: “Mi ha letteralmente salvato, gli devo veramente tutto. È un’eccellenza medica del nostro territorio”.

La rinascita dopo la fisioterapia

Ciro, paralizzato sulla sedia a rotelle, non sa se riuscirà a camminare di nuovo“Tra mille difficoltà, con l’aiuto dei medici, della mia famiglia e dei miei amici sono riuscito, dopo un anno di fisioterapia, a tornare a camminare. Prima con carrozzina e stampelle, poi piano piano sono riuscito a riprendermi del tutto. Ma senza le persone che mi hanno accompagnato in questo percorso non ce l’avrei mai fatta”, racconta.

“Fortunatamente, non mi vennero riconosciute responsabilità per quanto accaduto e non mi venne ritirata la patente” spiega ancora Ciro. E così, con l’aiuto degli amici che lo aiutarono a superare il trauma dell’incidente, si è “rimesso pian piano alla guida” e ha “ripreso in mano” la sua vita. Quel giovane oggi ha 40 anni, si è sposato e ha lasciato l’esercito: “Dalla paura di non riuscire più a camminare ad avere un lavoro stabile come lo ho oggi, mi sento molto fortunato”. Ciro infatti lavora da 12 anni in un supermercato al banco gastronomia. Nel tempo si è anche appassionato al mondo della musica neomelodica e del cinema, togliendosi anche qualche piccola soddisfazione: “Ho avuto una piccola comparsa in Gomorra la serie, nella terza puntata della quinta stagione. Sono stato anche co-protagonista di un film, La vita di Davide. Mentre domani uscirà un film girato con Favino dove avrò una parte come figurazione speciale”.

“Voglio lanciare un messaggio di speranza”

Ciro, nel corso degli anni, ha combattuto anche contro la depressione, dovuto proprio a tutto ciò che gli è successo: “Voglio lanciare un messaggio di speranza a tutte le persone che combattono contro la depressione, a tutte le persone che non vedono la luce in fondo al tunnel. Se io ce l’ho fatta, potete farcela anche voi. Non mollate mai!“.

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