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domenica, Aprile 28, 2024
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Confisca de ‘La Sonrisa’, la sindaca di Sant’Antonio Abbate: “Verdetto inatteso che ci colpisce molto”

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È diventata esecutiva, con una sentenza della Corte di Cassazione emessa giovedì, la confisca de ‘La Sonrisa’, grande struttura ricettiva che si trova a Sant’Antonio Abbate, diventata molto conosciuta al pubblico come ‘location’ di una nota serie tv andata in onda su Real Time e dedicata ai festeggiamenti per i matrimoni e altre ricorrenze.

Intervenuta a Fanpage.it, la sindaca di Sant’Antonio Abate Ilaria Abagnale si è così espressa sulla vicenda: “È un verdetto inatteso che ci colpisce molto, poiché si tratta di una struttura ricettiva importante per il nostro territorio, inserita nell’economia e nel tessuto di Sant’Antonio Abate, punto di riferimento per tutta l’area e che da anni offre lavoro a centinaia di famiglie, non solo abatesi. Al momento non ci è stato notificato nulla, daremo seguito alla sentenza ed alle attività necessarie da mettere in campo in rapporto alle circostanze sopraggiunte, con il massimo della trasparenza e nel rispetto della legalità. Avvieremo sicuramente un’interlocuzione con le Autorità preposte per gestire al meglio la situazione”.

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La confisca de ‘La Sonrisa’

La Suprema Corte, oltre a rendere esecutiva la parte della sentenza inerente la confisca, ha anche sancito la prescrizione dei reati contestati agli indagati.

La vicenda giudiziaria della Sonrisa è iniziata nel 2011: gli inquirenti contestarono una lunga serie di abusi edilizi realizzati, secondo le indagini, a partire dal 1979, su un’area ampia oltre 40mila metri quadri.

La confisca interessa gli immobili e i terreni su cui sorge la struttura ricettiva, che saranno acquisiti nel patrimonio immobiliare del Comune di Sant’Antonio Abate. Con la sentenza del tribunale di Torre Annunziata, emessa nel 2016, venne condannata a un anno di reclusione Rita Greco, defunta moglie del “Boss delle Cerimonie” Tobia Antonio Polese, e per Agostino Polese, suo fratello, che ricopriva la carica di amministratore della società. La sentenza di primo grado venne riformata in parte dalla Corte d’Appello di Napoli e da ieri la sentenza è passata in giudicato con il pronunciamento della Cassazione.

“È un verdetto inatteso che ci colpisce molto, poiché si tratta di una struttura ricettiva importante per il nostro territorio, inserita nell’economia e nel tessuto di Sant’Antonio Abate, punto di riferimento per tutta l’area e che da anni offre lavoro a centinaia di famiglie, non solo abatesi. Al momento non ci è stato notificato nulla, daremo seguito alla sentenza ed alle attività necessarie da mettere in campo in rapporto alle circostanze sopraggiunte, con il massimo della trasparenza e nel rispetto della legalità. Avvieremo sicuramente un’interlocuzione con le Autorità preposte per gestire al meglio la situazione”.

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