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lunedì, Marzo 24, 2025
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Crispano, assolti i titolari del Garage del Sole: cadute tutte le accuse

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Crispano, assolti i titolari del Garage del Sole accusati di peculato, danneggiamento di beni sottoposti a sequestro e violazione di sigilli. Nel lontano 2008 il titolare del Garage del Sole, un’azienda che si occupa di soccorso stradale e custodia giudiziaria, riceveva dalla Polstrada in deposito un’autovettura Mercedes modello Classe A. Tale veicolo veniva sequestrato, poiché ritenuto oggetto di riciclaggio per l’apparente presenza di manomissioni del numero di telaio, in funzione del successivo processo che si è poi celebrato innanzi il Tribunale di Nola. In effetti, il processo perveniva a sentenza alcuni anni dopo, nel 2015, con l’assoluzione dell’imputato e la restituzione dell’auto.

Al fine di procedere alla restituzione, la Polstrada convocava presso i propri uffici il destinatario del provvedimento di dissequestro, nel frattempo divenuto testimone di giustizia. Una volta compilati i verbali di restituzione, gli ufficiali di polizia, accompagnati dal titolare dell’auto e dalla sua scorta, si recavano presso la depositeria di Crispano dove chiedevano al titolare, Franzese Francesco ed al padre Carlo, la restituzione del reperto. Tale azione però non poteva avere immediata esecuzione poiché la vettura si trovava in una vasta area sottoposta ad autonomo sequestro per presunti reati ambientali. Ottenuto il permesso di accedere all’area ed individuata l’autovettura, questa presentava numerose parti mancanti: in sostanza era stata cannibalizzata. Risultavano asportati i sedili in pelle, il sistema di navigazione, i pannelli delle porte con gli alzavetri elettrici ed altre parti di particolare valore.

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A questo punto la ricostruzione dei fatti offerta dalle parti ai Giudici della Seconda sezione penale del Tribunale di Napoli Nord (Presidente Cioffi e Giudici a latere Iaccarino e Troisi) assume direzioni divergenti in maniera sostanziale. La P.O. ha sostenuto che al momento della scoperta delle condizioni del veicolo, il custode ed il padre, per giustificare l’accaduto, gli avrebbero riferito che gli autori della cannibalizzazione dell’auto andavano identificati negli stessi agenti che avevano operato il sequestro. Appreso ciò, aveva rifiutato l’offerta fatta di sistemargli la vettura ed aveva sporto denuncia. Gli imputati, rimasti assenti dal processo, a mezzo del loro difensore avv. Giuseppe Tuccillo del Foro di Napoli, contestavano tale ricostruzione depositando documentazione volta a sostenere l’assoluta estraneità del Franzese Carlo ad ogni interesse nella società, ma, soprattutto veniva depositata la denuncia nei confronti di ignoti che il Franzese Francesco sporgeva ai Carabinieri lo stesso giorno della scoperta della sottrazione. L’Ufficio del P.M. chiedeva l’assoluzione del Franzese Carlo non essendo emerso alcun ruolo o interesse nella vicenda, ma chiedeva la condanna del Franzese Francesco ad anni tre mesi sei di reclusione per il reato di peculato e violazione di sigilli contestati ai capi 1 e 3 e l’assoluzione dal reato di deterioramento di beni sottoposti a sequestro contestato al capo 2.

Mentre il difensore della P.O. avvocato Tommasone si associava alle richieste del P.M. lamentando che sin dalla fase delle indagini non era stata approfondita la pista relativa agli autori della sottrazione nominativamente indicati dal suo assistito, l’avv. Giuseppe Tuccillo evidenziava l’assoluta inverosimiglianza della ricostruzione effettuata della P.O., che non trovava conferma in nessun atto del procedimento. Anzi, proprio il dato riferito con enfasi dalla P.O.- sono andato con i colleghi sul posto- relativo alla sua presenza presso la depositeria attorniato dagli agenti del servizio di protezione, tanto che il Franzese lo aveva inizialmente creduto un funzionario di Polizia, smentiva quanto riferito circa la confidenza ricevuta sugli autori della sottrazione, dichiarazioni rese forse al fine di coinvolgere un soggetto individuato e solvibile in una azione di risarcimento per i danni subiti. Il Tribunale, all’esito della lunga camera di consiglio ha assolto entrambi gli imputati da ogni accusa contestata per non aver commesso il fatto.

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Antonio Mangione
Antonio Mangionehttp://www.internapoli.it
Giornalista pubblicita iscritto dalll'ottobre 2010 all'albo dei Pubblicisti, ho iniziato questo lavoro nel 2008 scrivendo con testate locali come AbbiAbbè e InterNapoli.it. Poi sono stato corrispondente e redattore per 4 anni per il quotidiano Cronache di Napoli dove mi sono occupato di cronaca, attualità e politica fino al 2014. Poi ho collaborato con testate sportive come PerSempreNapoli.it e diverse testate televisive. Dal 2014 sono caporedattore della testata giornalistica InterNapoli.it e collaboro con il quotidiano Il Roma
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