Sono diversi gli istituti superiori occupati a Napoli in solidarietà con il popolo palestinese, motivo delle mobilitazioni degli studenti di queste settimane.
Risultano occupati oramai dal 6 ottobre il Polo Umanistico del Liceo Genovesi, il Vittorio Emanuele Secondo e il Liceo Giambattista Vico.
Il messaggio degli studenti
«Abbiamo scelto con consapevolezza e lucidità di occupare la nostra scuola, inserendoci all’interno di un movimento di lotta e mobilitazione che sta interessando non soltanto l’ambiente scolastico ma bensì ogni ambito di una società che si ribella con il fine ultimo di spezzare il silenzio che per troppo tempo ha legittimato la complicità del nostro governo rispetto al massacro palestinese».
Forte vicinanza agli attivisti della Flottilla, arrestati a poche miglia dalle acque di Gaza dall’esercito israeliano. «Vi avevamo avvertito: se la flottilla fosse stata bloccata, avremmo bloccato tutto. E allora lo stiamo facendo. Gaza non è un “teatro di guerra”, è un laboratorio di annientamento. Gli Stati europei, con l’Italia in testa, sono complici. Inviano pacchi di aiuti umanitari, immagini patinate di solidarietà, mentre finanziano, autorizzano e garantiscono armi che distruggono case, scuole e uccidono i bambini che “sfamiamo»”.
Questo il messaggio degli alunni del Vittorio Emanuele II: «L’occupazione afferma la nostra vicinanza al popolo palestinese. Il genocidio commesso da Israele è inammissibile sotto il punto di vista umano, etico e giuridico, ed è per questo, e per il silenzio ipocrita dei governi occidentali, che abbiamo ritenuto essenziale occupare la nostra scuola. Durante l’occupazione – l’aggiunta- la scuola sarà un luogo di informazione e dibattito al fine di tenere viva l’attenzione su ciò che sta succedendo in Palestina e nel resto del mondo. La nostra azione nasce dalla consapevolezza di non poter più vivere in silenzio, se il silenzio uccide, la nostra voce è la resistenza».
Anche al liceo Genovesi si stanno susseguendo assemblee e incontri pubblici sulla questione palestinese. «Chiediamo che venga sciolto ogni tipo di accordo con lo Stato di Israele, dal punto di vista militare, diplomatico ed economico e che il governo Meloni insieme al Ministero dell’Istruzione smetta di essere complice di questo genocidio», l’appello delle studentesse e degli studenti della scuola.
Occupazione del Casanova
Nella giornata di oggi è arrivata la notizia delle occupazioni anche dell’Istituto Casanova. Sempre uguale la motivazione: solidarietà al popolo palestinese, vero file rouge delle proteste di queste settimane in tutt’Italia. «Con questa occupazione vogliamo prendere una posizione chiara: *non vogliamo essere complici. Complici di governi, istituzioni e media che normalizzano la violenza, che censurano la solidarietà, che riducono al silenzio chi osa schierarsi dalla parte degli oppressi» affermano dal Casanova.
Questa l’aggiunta: «Siamo solidali con il popolo palestinese, con chi oggi subisce bombardamenti, assedi e discriminazioni, ma anche con *tutti i nostri compagni e compagne di altri istituti che hanno già alzato la voce, che hanno già occupato, che hanno già scelto da che parte stare. Questa non è solo una protesta contro la guerra. È una denuncia di un sistema educativo che ci vuole apatici. Oggi occupiamo per costruire un futuro più giusto. Oggi occupiamo per essere liberi. Oggi occupiamo per dire: siamo presenti, siamo coscienti, siamo attivi».
Il liceo Artistico Santi Apostoli
Questo il messaggio degli studenti e delle studentesse della Liceo Artistico Statale Santi Apostoli: «In Palestina il diritto all’istruzione, il diritto ad una casa, ad una famiglia, a professare la propria religione, il diritto di essere bambini, il diritto di esistere non esiste più. Così davanti alla crudeltà del nostro governo che dal 2023 ha fornito il 60% degli armamenti israeliani, che dice davanti ad un’intera Italia “definisci bambino” negando un diritto alla vita, che ci vieta di manifestare e che dichiara la pericolosità della Global Sumud Flottilla assicurando persino il falso e dichiarando la loro collaborazione con entità terroriste e che soprattutto viola il diritto penale internazionale noi dichiariamo a Napoli e all’Italia di essere con tutti gli attivisti pro Pal e di essere il sostegno via terra della Global Sumud Flotilla e di tutti i compagni torturati, minacciati e quasi uccisi che hanno viaggiato fino in Palestina per portare un messaggio di pace che per giunta il governo israeliano continua a violare, ignorando ogni richiesta di cessate il fuoco».
«Come artisti e studenti – dicono ancora dal Santi Apostoli – non accettiamo più in alcun modo che le forme di comunicazione vengano censurate, che l’arte venga considerata una forma di antisemitismo e che il diritto all’istruzione e al dissenso diventino una scelta nelle mani di pochi. Il nostro intento non è quello di prenderci una settimana di vacanza ma di fare finalmente della scuola un canale di accesso all’informazione, un luogo dove davvero è possibile riflettere in maniera critica su verità scomode a partire dalla resistenza palestinese».
