«Qualcuno sa chi è il vero ed unico assassino». Così Giovanni Erra, l’operaio condannato a 30 anni per l’omicidio della 14enne Desirée Piovanelli, uccisa nel 2002 a Leno (Brescia), torna a parlare dal carcere con un comunicato, mentre i suoi legali, Nicodemo Gentile e Antonio Cozza, lavorano all’ istanza di revisione del processo. «Ero a casa mia quel giorno», dice. I legali spiegano di essere «alla ricerca di un soggetto che tempo fa» avrebbe detto a Erra «di essere a conoscenza dell’artefice dell’omicidio».
La ragazza di 14 anni attirata con l’inganno in una cascina a 300 metri da casa fu massacrata da 3 coetanei e dal vicino di casa Giovanni Erra, che la volevano stuprare.