Anche le nuove analisi chieste dalla famiglia di Michele Noschese confermerebbero i risultati dell’autopsia fatta nei giorni scorsi. Non ci sarebbero segni di violenza.
Il motivo del decesso resterebbe lo stesso: la «continua assunzione di droga», per usare le parole espresse in un comunicato dalla Guardia Civil. I nuovi accertamenti (una Tac body e una Rmn body) sono stati ultimati in nottata, su sollecitazione del papà del deejay, l’ex primario del pronto soccorso del Cardarelli Giuseppe Noschese, assistito dall’avvocata Rosanna Alvaro. Proseguono intanto gli accertamenti.
Il racconto della vicina di casa e le parole del padre di Michele
Una vicina di casa di Michele, inoltre, ha raccontato a El Diario de Ibiza cosa ha visto. «Mi sono svegliata alle otto del mattino per dei rumori e delle urla e quando sono uscita in giardino ho visto che c’erano circa quindici persone che gridavano, e poi ho visto che Michele si era intrufolato nel balcone del suo vicino, un uomo di 82 anni, e lo stava scuotendo», ha raccontato la donna, «non so se fosse in preda a un attacco psicotico, se fosse sotto l’effetto di droghe o cosa gli fosse successo». La vicina ha aggiunto di aver gridato agli amici di Noschese: «Non è vostro amico? Andate a fermarlo!». «Loro mi hanno risposto: `È pazzo, è impossibile´», ha aggiunto. In quel momento è arrivata la Guardia Civil e la sicurezza privata del complesso residenziale, accompagnata da un’ambulanza che, in un primo momento, era arrivata per soccorrere il vicino aggredito. «Poi ci hanno detto che era morto per un arresto cardiaco», ha concluso la testimone.
«Non ho ancora dati sufficienti sulla refertazione della tac e dei nuovi esami che sono stati effettuati nella notte – ha commentato Giuseppe Noschese –. Ci vorranno ancora un paio di giorni. Ma poi riporterò Michele a casa a Napoli, domenica. La salma è stata liberata, domani è prevista la cremazione. Mia moglie Daniela e l’altro mio figlio Giampiero come me sono straziati». Poi, in merito all’uso di droghe: «Mio figlio consumatore abituale di stupefacenti? E come fa a dirlo la Guardia civil? Voglio vedere le denunce a carico di mio figlio esistenti al riguardo. Ho la massima e totale fiducia nella magistratura spagnola e attendo con grande serenità i referti ufficiali e i risultati dell’inchiesta», assicura. La denuncia alla guardia civil per omicidio «era un atto dovuto», aggiunge. Da medico «quello che posso dire è che se Michele aveva le convulsioni», dopo il fermo da parte degli agenti, «doveva essere soccorso e non picchiato e ammanettato mani e piedi».