Non trova pace il Partito Democratico di Melito. E se qualcuno pensava che l’elezione del nuovo segretario cittadino potesse portare il sereno, ha clamorosamente toppato.
Dopo le accuse dell’ex segretario particolare del sindaco Venanzio Carpentieri, all’indirizzo dello stesso esponente democrat, sono arrivate quelle di Antonella Liuzzi.t
Quest’ultima, candidata alle ultime amministrative nella lista Pd, si è scagliata contro il Partito per i modi ed i tempi del congresso che ha portato Dominique Pellecchia alla segreteria cittadina.
Liuzzi, legata a doppio filo a D’Alterio ha manifestato il proprio malcontento sulla bacheca Facebook di Pellecchia, con la quale c’è stato un lungo scambio di battute poco riappacificanti.
La neo segretaria ha rimproverato a Liuzzi la poca partecipazione alle riunioni tenutesi nella seconda parte del 2017 e nel 2018.
“Non abbiamo gli stessi orari a lavoro quindi per forza sono costretta a disertare le riunioni” – La replica di Liuzzi che ha poi aggiunto: “Ricordo bene comunque un anno fa, quando in sezione tu e tanti altri ci avete insultato per aver sostenuto Amente. È vero forse qualcuno si è messo troppo in evidenzia ma ti ricordi quando venni a firmare quali furono le parole di Venanzio? Ricorda bene, ora te le dico io. “Antonella non preoccuparti questa è una battaglia da fare per non far morire il partito ma al ballottaggio Amente”. Quindi io ho seguito gli ordini di Venanzio. E tutti eravate d’accordo. Naturalmente dirai che anche questa è una bugia. Io ho fatto poco in quest’anno ma non è che tutti voi avete brillato. L’importante che nelle grandi occasioni abbiamo sostenuto e votato il partito. Poi gli unici che hanno indagato qualcuno siete voi. Chiamando me e la mia famiglia scissionisti, ed è solo perché Stefano (D’Alterio, ndr) aveva fatto il primo. Hai detto a più persone che i voti della 219 non dovrebbero essere uguali a quelli tuoi perché sono di un altro livello. Dirai che non è vero quello che sto dicendo, non ho prove ma nemmeno tu dicendo che abbiamo infangato te e il tuo gruppo. Dovevo fare il tesseramento e mai nessuno mi ha chiamato, il congresso e mai nessuno mi ha chiamato solo perché io e la mia famiglia sosteniamo D’Alterio”.
Pellecchia, dal canto suo, ha ricordato a Liuzzi che “il tesseramento, le riunioni, il congresso, sono tutti aperti. Lo sono stati e lo saranno sempre”, senza entrare nel merito dei veleni post campagna elettorale delle amministrative del 2017.
“Tesseramento aperto? Mi mostri il calendario affisso e un manifesto? Il congresso aperto? Mi mostri la convocazione fatta agli iscritti? – Ha chiesto Liuzzi all’ex assessore della giunta Carpentieri.
Domande che hanno indispettito Pellecchia, che ha risposto per le rime: E stato tutto pubblicato e chiunque può leggere la convocazione, che è pubblica. Hai scritto tu stessa che non avete frequentato il partito. Come mai adesso tutto questo interesse? L’importante è votare il partito dici, giusto. Per l’appuntamento delle politiche non abbiamo visto nessuno di voi. Non è il ruolo che mi cambia la vita, è la mia morale che mi impone di essere presente e lavorare per il partito e per i cittadini”.
Un confronto social duro, che difficilmente avrà un seguito nella locale sede del Pd.
Liuzzi così come D’Alterio sono sempre più lontani dalla ‘casa democratica melitese’. Un’emorragia senza fine per il Partito Democratico, iniziata con l’uscita della deputata Michela Rostan e del folto gruppo dirigente a lei fedele fino al 2017 e proseguita con Melito Democratica, lista civica al centro del progetto amministrativo de sindaco centrista Antonio Amente.
