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Droga tra Marano e Giugliano, fissata l’udienza per l’Appello

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E’ stata fissata per il prossimo 14 gennaio l’udienza contro i narcos di Marano e Giugliano davanti alla Corte d’Appello di Napoli. 

Alla sbarra ci sono Gennaro Carbone, Pasquale Carbone, Aurelio Castellano, Sandrino Castellano, Luigi Cesaro, Gennaro Corrado, Pasquale Corrado, Mariano D’Ambrosio, Luca Gargiulo, Gaetano Marradino, Giovanni Montagna, Antonio Pinto, Mirko Russo, Michele Tessier, Marcello Tipaldi. 

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L’inchiesta contro i narcos 

L’inchiesta fu condotta dai carabinieri di Marano. Le indagini erano partite nel 2019 e l’arresto degli spacciatori, tutti accusati di essere parte di un’organizzazione criminale, era già stato richiesto nel 2021 dalla procura partenopea. L’ordinanza di custodia cautelare, però, non era stata emessa dal giudice per le indagini preliminari dell’epoca né tantomeno – in una fase successiva al ricorso dei magistrati della Dda – dai giudici del Riesame. La procura, tuttavia, non si era data per vinta e, grazie al ricorso in Cassazione, quella vecchia ordinanza era stata ripristinata con un pronunciamento dello scorso 10 luglio. Aveva retto il teorema del vincolo associativo, non quello della finalità e del metodo mafioso prospettato in prima battuta dagli inquirenti.

Gli imputati, secondo le ricostruzioni dei carabinieri, sarebbero, seppur indirettamente, collegati alle cosche locali. Dagli Orlando, dai Polverino e dai Nuvoletta si sarebbero riforniti e da loro avrebbero ottenuto il benestare per poter smerciare droga nel territorio, nelle piazze di spaccio, ma soprattutto attraverso il sistema dello spaccio itinerante e a domicilio. L’organizzazione, in particolare, era attiva a Marano e in altri comuni dell’hinterland flegreo, a Quarto e a Calvizzano, ed era in grado di distribuire hashish, cocaina e marijuana anche in diverse aree del Casertano. I pusher sarebbero stati poi regolarmente retribuiti attraverso il sistema delle cosiddette “mesate”. Un vero e proprio “sistema”, quello azzerato ad agosto scorso, che ora rischia quasi due secoli di carcere.

La distribuzione della droga avveniva a Marano a rivenditori all’ingrosso o alle singole piazze di spaccio, gestite per conto del clan Orlando. Inoltra la paranza è riuscita a vendere la droga anche nei comuni di Giugliano, Licola, Varcaturo, Acerra e nella provincia di Caserta.

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