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Emanuele Petrone, il giovane seminarista di Giugliano racconta l’esperienza in Thailandia

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“Nella piccolezza del riso, cibo ordinario lì, c’è la ricchezza di un Dio tanto grande e misericordioso quanto provvidenziale” Comincia così il racconto del giovane seminarista missionario giuglianese in Thailandia Emanuele Petrone. Originario della Parrocchia San Massimiliano Maria Kolbe, laureando in teologia, Emanuele ha sempre avuto un sogno nel suo cuore, ovvero quello di intraprendere un’esperienza missionaria.

La missione in Thailandia

Lo scorso luglio il suo sogno si è avverato. Emanuele è stato missionario in Thailandia. “Lì c’è una presenza di Dio che viene fuori nell’ordinario nella vita di tutti i giorni. Nell’andare a prendere il riso nei campi, nell’accompagnare il bambino a scuola e nel prendersi cura del povero che nel villaggio non può arrivare in una determinata città e quindi tu ti fai carico di esso. Lì per me si è celata la presenza di Dio”, ha affermato il seminarista. Una dichiarazione fatta con tanta emozione e una luce negli occhi che testimonia la chiesa, non come immagine negativa, ma positiva e affidabile su cui fare affidamento.

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Cosa ha lasciato la Thailandia ad Emanuele

La Thailandia ha lasciato un segno in Emanuele: “Una grande libertà nel cuore. Sono partito con il reale intento di voler  cercare questa libertà nel cuore. Quando parlo di libertà nel cuore, intendo non la libertà dalle cose futili ma la capacità di poter stare nelle situazioni con maturità, spirito di adattamento con fede. La capacità di crescere ed adattarmi agli ambienti”.

La scelta della Thailandia

Il seminarista ha motivato così la sua scelta di intraprendere la sua missione in Thailandia: “Sono stato contattato dal Pime che mi ha comunicato che non era più possibile partire per il Brasile e in alternativa c’era la Thailandia e ho accettato. Dopo 4 anni di seminario mi serviva un’esperienza che mi facesse uscire dall’Italia. In Thailandia c’è una grande contraddizione, al sud ricchi e al nord tanti poveri. Io ero al nord nel bel mezzo delle foreste, nel centro missionario di Bantotai. Un’esperienza che mi ha concesso di respirare tanta diversità  dal punto di vista sociale, economico e religioso”.

L’esperienza con i bambini

“L’esperienza con i bambini in Thailandia è stata fondamentale. Lì si parla il thailandese, ma ogni tribù parla la propria lingua. Ma nonostante ciò attraverso il gioco, i gesti, il sorriso e qualche parolina detta in napoletano sono riuscito a comunicare con loro”

Il segno ‘negativo’ del missionario in Thailandia

Ciò che ha lascito segno “negativo” nel missionario è stato l’occidentalità in Oriente: “Mi trovavo all’aeroporto di Bangkok e guardandomi intorno, ero lontano da casa ma vedevo le persone relazionarsi come degli occidentali. Cose che ti lasciano senza parole. Ho trovato l’occidente che veniva nell’oriente. Mondi scambiati. Non c’è più differenza, siamo tutti uguali. Ma quello che mi ha colpito di più è il problema della droga. Nei villaggi il giovane, non avendo via d’uscita e spinto a drogarsi.”

Il segno positivo del missionario in Thailandia

Ma c’è un episodio nel cuore di Emanuele che non potrà mai essere cancellato. “Era di domenica sera, andammo nell’ultimo villaggio. Dopo aver celebrato messa padre Marco ci invita a portare l’eucarestia ad una ammalata. Ci rechiamo nell’ultima casa del villaggio, entriamo in questa casa e c’era una donna di 83 anni ceca. E’ stata un’esperienza molto forte, lei l’unica cosa che voleva era Gesù eucarestia, lei nonostante la sua cecità avvertiva la nostra presenza. Quella donna mi ha dato un grande ineganmento quella di guardare la verità con occhi diversi” Ha affermato Emanuele con tanta emozione.

I ringraziamenti

Emanuele ha concluso l’intervista parlando della sua parrocchia d’origine e della parrocchia Santa Croce in Casapesenna, dove da tre anni svolge il servizio pastorale. Il giovane seminarista ha utilizzato parole positive e di grande affetto per entrambe le comunità. Ha ringraziato il seminario maggiore e il Pime per questa esperienza e ai suoi parroci che lo stanno guidando e indirizzando in questo cammino, Don Vittorio Comerlato, Don Gerardo Belzaino e Don Fabio Ruggiero. Emanuele Petrone è il testimone di quella chiesa vera su cui tutti i cristiani possono fare affidamento.

 

 

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