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martedì, Maggio 7, 2024
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Epurazione interna agli Scissionisti, Lello Amato junior evita la stangata

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Ha rimediato una condanna a vent’anni di reclusione per l’omicidio di Giuseppe Moliterno ma essendo riconosciuta la continuazione con un altro duplice omicidio, quello di Marco Maisto e Giovanni Irollo in pratica è stato condannato a soli sei mesi. Questa la decisione della Corte d’Appello di Napoli (sezione minorenni) per Raffaele Amato junior, figlio di Rosaria Pagano e nipote di Cesare Pagano. Vincente la strategia difensiva del suo legale, l’avvocato Luigi Senese, che si è visto riconoscere la continuazione tra l’omicidio Moliterno e il duplice omicidio avvenuto a Melito nel dicembre 2016: mattanza per la quale Amato Junior aveva rimediato una condanna a 19 anni e sei mesi. Essendo intervenuta la nuova condanna e essendo riconosciuta la continuazione di fatto Amato junior ha ottenuto una condanna a soli sei mesi. Per il duplice omicidio di Melito Cesare Pagano era stato condannato a trent’anni mentre vent’anni avevano rimediato Oreste Sparano e Carmine Pagano.

L’omicidio Moliterno

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Riguardo invece il delitto del Monterosa si trattò di un’epurazione interna al clan Amato-Pagano. Si trattò di una vera e propria punizione voluta dai vertici del clan perchè Moliterno, nonostante gli avvertimenti dei suoi capi, aveva continuato a frequentare la fidanzata di un altro affiliato.
Quel delitto, secondo le ‘voci di dentro’ del clan rappresentò il vero e proprio ‘battesimo del sangue’ per Amato junior. Tra i primi a parlarne l’ex colonnello degli Amato-Pagano Carmine Cerrato che ha spiegato che Moliterno fu condannato a morte dal clan per aver intrattenuto una relazione con la compagna di un altro affiliato:«C’era un nostro affiliato direttamente al clan Amato-Pagano con il ruolo di trafficante di droga, gestisce una delle due piazze di spaccio della 219 di Melico che sono entrambe riferibili ai nipoti di Amato, ossia Carmine Pagano ed Amato Raffaele junior. Non conosco omicidi da lui commessi però è molto amato dai nipoti di Raffaele Amato, infatti i nipoti di Amato, ossia Carmine Amato e Raffaele Amato junior hanno chiesto agli zii Cesare Pagano e Raffaele Amato che si commettesse un omicidio per difendere l’onore di Capitone. La vittima è stata Giuseppe Moliterno ed a commettere l’omicidio è stato, se non sbaglio, lo stesso Amato Raffaele Junior e Notturno Vincenzo detto Vector. Ho detto di non essere certo degli autori materiali dell’omicidio in quanto ricordo che uno o due giorni dopo l’omicidio Moliterno mi recai a Mugnano nella cosa di Amato Raffaele. Ricordo che Amato stava parlando proprio con il nipote Raffaele junior e Notturno, udii che Amato diceva loro di allontanarsi dalla zona, perciò io capii che gli stessi dovevano essere coinvolti nell’omicidio in quanto era nostra prassi che i soli killer si allontanavano dalle zone di nostra abituale frequentazione dopo che avevano commesso un omicidio. Ricordo però che Amato Raffaele Junior, tutto euforico, mentre lasciava la casa dello zio mi salutò dicendomi le seguenti parole “L’agg r’ate proprio o’mal” senza precisare la persona cui lui aveva fatto del male, perciò lo ho intuito che la persona cui egli aveva fiuto del male era Moliterno. Questo che era un nostro affiliato del sottogruppo di Melito, aveva commesso lo sbaglio d’intrattenere una relazione adulterina con la compagna di ….. e per tale motivo doveva essere ucciso».

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