La figura criminale di Mauro Franzese, detto Maruzziello, è stata ricostruita dagli inquirenti della Dda di Napoli, grazie anche alle rivelazioni di diversi collaboratori di giustizia. Il capozona di Casoria è stato così descritto da Domenico Esposito in un verbale del 2017: “La famiglia Moccia lo rispetta molto; è uomo del clan, sempre capo di Casoria. E’ stato poi un po’ parcheggiato per un periodo, quando al suo posto sono stati messi Angelino Giuseppe e Michelino Puzio“.
Anche l’importante pentito Puzio ha parlato di Maruzziello nel 2020: “Io facevo parte del gruppo di Afragola, ma ci potevamo spostare anche ad Arzano e a Casoria per fare estorsioni; erano questo infatti i territori che gestivamo. Su Afragola stava Favella, ad Arzano stava O. e a Casoria all’epoca il referente era Mauro Franzese“.
Dalle ultime indagini dalla Procura di Napoli emergerebbe, dunque, come Maruzziello, dopo la sua scarcerazione, abbia ripreso in pieno il comando del gruppo camorristico di Casoria come articolazione del clan Moccia.
Dall’ascesa del capozona Franzese all’agguato contro Barbato a Casoria
La Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli ha ricostruito l’ascesa del gruppo criminale guidato dal capozona dei Moccia, Mauro Franzese, e la sua affermazione nella gestione delle attività illecite a Casoria. Le indagini della Procura hanno consentito, infatti, di ricostruire come l’organizzazione criminale, all’indomani della scarcerazione del senatore dei Moccia, detto Maruzziello, si sia imposta nelle giro delle estorsioni e nella spaccio di droga attraverso i raid armati.
Inoltre i sostituti procuratori Ilaria Sasso del Verme e Giorgia Da Ponte hanno ricostruito i rapporti dei ‘nuovi Moccia’ con le fazioni nemiche. Scoperti in particolare l’origine e l’evolversi del violento conflitto armato, culminato nel duplice tentato omicidio di Salvatore Barbato e Mauro Sorrentino.
La fuga del capozona Franzese dopo l’agguato a Casoria: “Hai saputo niente?”