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venerdì, Maggio 3, 2024
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False fatture sulla vendita di auto per oltre 8 milioni di euro, sequestrate due concessionarie nel Casertano

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Fatture false per oltre 8 milioni, sequestrate due concessionarie d’auto. Sigilli, da parte delle Guardia di Finanza di Caserta, su disposizione della procura di Santa Maria Capua Vetere, nei confronti delle due società e dei rispettivi rappresentanti legali, per un valore complessivo di circa 1,5 milioni di euro.

Oltre 8 milioni di fatture false, sgominate due concessionarie d’auto nel Casertano

Il provvedimento cautelare rappresenta l’epilogo di una articolata attività di indagine, svolta dalle Compagnie della Guardia di Finanza di Marcianise e di Capua, sotto la direzione ed il coordinamento dei magistrati di questa Procura (II Sezione di indagini, specializzata nella materia della cosiddetta criminalità economica) nei confronti di alcune società operanti nel settore del commercio di auto. Le investigazioni svolte hanno consentito di disvelare un articolato sistema di frode all’Iva, perpetrato attraverso il ricorso sistematico a false fatturazioni, per un importo complessivo di oltre 8 milioni di euro, del quale hanno beneficiato numerose imprese operanti nello specifico settore.

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Le auto dichiarate ad un prezzo inferiore rispetto a quelli di mercato

In particolare, sono state individuate 21 società le quali, frapponendosi nella filiera commerciale, consentivano ai soggetti beneficiari della frode di evadere l’imposta sul valore aggiunto e di praticare prezzi inferiori a quelli di mercato. Tali società hanno infatti permesso a vari imprenditori del settore di costruirsi un ingente credito d’imposta fittizio, da trasferire a propria volta a diversi rivenditori di autoveicoli, mediante l’emissione di fatture per operazioni inesistenti, anche sfruttando l’interposizione di una o più società “buffer” Tale meccanismo fraudolento, inoltre, veniva reso ancora più sofisticato attraverso l’alterazione dei documenti di acquisto utilizzati per la richiesta di immatricolazione dei veicoli oggetto di compravendita. Gli stessi veicoli, infatti, sulla carta seguivano l’iter della filiera di vendita, che generava l’indebito credito IVA di cui sopra, mentre nella realtà venivano immatricolati direttamente in capo alla persona fisica acquirente finale.

Ciò era reso possibile grazie all’ausilio di un consulente fiscale, il quale redigeva documenti di vendita artefatti, sostituendo alla società interposta il nominativo dell’acquirente finale, simulando così un acquisto esente da Iva in Italia e consentendo ‘immatricolazione del veicolo acquistato fuori dal territorio nazionale.

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