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giovedì, Aprile 25, 2024
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Ideatore della scissione dai Licciardi poi le tensioni con gli Scissionisti, il profilo di Francesco Feldi

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Il ‘signore’ del Berlingieri. Colui che per le sue capacità manageriali e di gestione era riuscito a mettere le mani su una delle zone più redditizie dell’area nord. Criminalmente parlando. Questo in poche parole il profilo di Francesco Feldi ucciso nel cuore del ‘suo’ rione un sabato nel febbraio del 2011. Per quel delitto questa mattina sono state eseguite due ordinanze di custodia cautelare a carico di Carmine Amato e Raffaele Teatro, esponenti di primo piano degli Amato-Pagano (leggi qui l’articolo). Feldi, conosciuto negli ambienti criminali con il soprannome di ‘o tufan, fu colpito dagli avversari come monito per gli altri, lì dove estendeva da mesi incontrastato il suo dominio, nel ‘cuore’ del rione Berlingieri.

Il profilo di Francesco Feldi tracciato dal pentito Esposito

Il ras, che faceva parte della ‘vecchia guardia’, di quella Secondigliano che si era fatta largo quando a dominare erano i gruppi del centro storico. Come quando con un manipolo di luogotenenti dei Licciardi decise di staccarsi dall’organizzazione della Masseria Cardone e fu tra i protagonisti della prima vera scissione nel clan di Secondigliano.  I ribelli in quel caso facevano parte del gruppo Sacco-Bocchetti. E Feldi era una delle ‘menti’.  Un profilo il suo tracciato anche da pentiti eccellenti come Pietro Esposito: «I Feldi – raccontò Esposito – hanno sempre gestito lo spaccio di stupefacenti nella piazza alle spalle del rione Berlingieri e di via dello Stelvio: il capo del gruppo era Francesco al quale spettava sempre l’ultima parola su tutte le decisioni; Giovanni con il quale collaboravano i figli Antonio e Francesco – ha ancora detto il pentito Esposito – era quello che materialmente gestiva lo spaccio». Negli anni successivi Feldi fu coinvolto (e poi scagionato) in un’indagine che riguardava il comparto delle estorsioni sempre nel contesto della attività criminale a Secondigliano. Questa mattina un nuovo ‘capitolo’ della sua epopea criminale terminata sotto un lenzuolo su un marciapiede umido in un’anonima serata di febbraio.

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