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HomeCronacaGarlasco, l'ex maresciallo: "Volevo indagare sulle gemelle Cappa, mi fermarono"

Garlasco, l’ex maresciallo: “Volevo indagare sulle gemelle Cappa, mi fermarono”

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A Garlasco il caso dell’omicidio di Chiara Poggi è tornato sotto i riflettori, con l’emergere di nuove testimonianze, possibili nuovi indagati e vecchie figure che riemergono nel dibattito pubblico. Tra queste c’è Francesco Marchetto, ex maresciallo dei carabinieri che fu rimosso dalle indagini dieci giorni dopo il delitto. Marchetto era stato accusato di aver favorito Alberto Stasi – poi condannato a 16 anni – per non aver posto sotto sequestro una bicicletta nera da donna, simile a quella avvistata da una testimone e appartenente alla famiglia di Stasi. Anche se il reato è caduto in prescrizione, Marchetto è stato condannato a risarcire la famiglia Poggi con 40.000 euro. In un’intervista a “La Vita in Diretta”, ha espresso la propria opinione sul riaprirsi delle indagini: “Finalmente stanno facendo ciò che sostengo fin dal 2007”.

“Le indagini diranno chi è il vero colpevole”

Marchetto fu uno dei primi a entrare nella casa dei Poggi il giorno del delitto. Ricorda: “Quello che mi colpì subito fu il caos. Troppe persone dentro l’abitazione. Questo ha complicato i rilievi. Dove c’è confusione, manca la trasparenza. C’erano troppi carabinieri che non avrebbero dovuto essere lì”.

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Rimosso dall’inchiesta

Dopo dieci giorni fu allontanato dal caso: “Volevo un’indagine a tutto campo. Quando ho suggerito di guardare anche oltre la pista Stasi, sono stato messo da parte. Se a quel punto avessimo valutato con attenzione Stasi rispetto ad altri soggetti, l’ago della bilancia avrebbe potuto spostarsi verso questi ultimi, che non sono mai stati davvero indagati”.

Dubbi sulle gemelle Cappa

Riguardo alle sorelle Cappa, Marchetto ha dichiarato a Repubblica: “Un testimone contraddiceva i movimenti della loro madre, quella mattina. E Muschitta fornì una descrizione troppo dettagliata di Stefania in bici per essere inventata. Sarebbe stato necessario entrare nella loro casa e svolgere indagini approfondite, ma il capitano Cassese disse che avevano un alibi. Ma chi ha mai verificato davvero quell’alibi?”.

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