Hanno negato tutte le accuse a loro carico. Addirittura hanno rilanciato dichiarando di essere stati vittime di una rapina. Sono i due minorenni di Torre Annunziata fermati dopo l’omicidio del 19enne Giovanni Guarino, avvenuto a Torre del Greco. Nella ricostruzione della Procura minorile, il delitto è il frutto di una «violenza immotivata», esplosa al culmine di una lite «per un banale sguardo». Dopo l’udienza di convalida, il giudice ha emesso ordinanza di custodia in carcere per i due indagati che hanno provato a difendersi dalle pesanti accuse a loro carico. Come riportato da Repubblica i due hanno dichiarato di aver subito una rapina che aveva come obiettivo un orologio di valore e una collana d’oro e aggiungono di essere stati «dura mente malmenati» in una lite che, argomenta il loro avvocato, «ha coinvolto un numero elevato di ragazzi».
La Procura non ci sta: goffo tentativo di depistare le indagini
Per la Procura, invece, questa ricostruzione non è credibile. Anzi, rileva il pubblico ministero nel decreto di fermo, «è evidente il tentativo goffo di depistare le indagini attraverso la simulazione di un reato di rapina o un’aggressione in loro danno». Anche perché, sottolineano gli inquirenti, «non si comprende per quale motivo», dopo essere stati picchiati, i due non abbiano sporto denuncia. Non solo. «Non si capisce per quale motivo uno dei giubbini e il motoveicolo» sequestrati poco dopo il delitto fossero «sporchi di tanto sangue» pur « in assenza di ferite» diagnosticate o visibili sui due minorenni.