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Giugliano, dal voto a maggio allo scioglimento: tutte le ipotesi in campo

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Dopo mesi di empasse totale, la politica giuglianese ha subito un’accelerazione improvvisa lo scorso weekend che ha portato la città ad un doppio scossone con le dimissioni della maggioranza dei consiglieri comunali e la nomina della Commissione d’Accesso.

L’invio degli 007 in Comune è stato per molti un vero e proprio fulmine a ciel sereno, anche se su Giugliano tuonava da tempo con le numerose indagini che hanno coinvolto politici e dirigenti comunali e la sempre più crescente attenzione della Prefettura (come evidenziato dalla nostra redazione in tempi non sospetti).  Alla commissione è affidato il compito di verificare la sussistenza di elementi concreti, univoci e rilevanti di infiltrazione, diretta o indiretta, della criminalità organizzata nel tessuto municipale che possano poi condurre allo scioglimento dell’Ente. Secondo quanto previsto dall’articolo 143 del Tuel, la triade,  composta dal primo dirigente del commissariato di Giugliano Marcello Castello, dal viceprefetto Roberto Esposito e dal’ingegnere Gerardo Caroppi del Provveditorato interregionale opere pubbliche di Napoli, avrà 3 mesi di tempo per stilare una relazione da inviare al Prefetto di Bari con possibilità di proroga di ulteriori 3 mesi.

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Tempi non per forza di cose legati alla prossima scadenza elettorale, che secondo l’intenzione dei 19 consiglieri comunali dimissionari, dovrebbe portare i cittadini alle urne il prossimo maggio. Condizionale d’obbligo perché la finestra elettorale primaverile è per i giuglianesi l’ipotesi più probabile, ma non certa.

Seppure la commissione d’Accesso decidesse di non chiedere alcuna proroga e di inviare la relazione entro i primi tre mesi, difficilmente il Consiglio dei Ministri potrebbe prendere una decisione su Giugliano prima dell’insediamento di una nuova amministrazione.

E’ bene ricordare che la stessa Prefettura di Napoli ha 45 giorni di tempo per poter inviare le proprie conclusioni a Roma e che il Ministro degli Interni ha addirittura 3 mesi per scegliere se sciogliere o meno il Comune.

Numeri alla mano, appare molto probabile che si vada al voto con la spada di Damocle dello scoglimento pendente su Giugliano, a meno che la commissione d’Accesso non riesca a completare i lavori in tempi record, con Prefettura e Consiglio dei Ministri poi chiamati a fare altrettanto. 

Inutile dire che se dovesse compiersi questa ipotesi, lo scioglimento dell’Ente sarebbe certo, visto che una relazione lampo sarebbe redatta soltanto in presenza di elementi concreti, univoci e rilevanti di infiltrazione, diretta o indiretta, della presenza della criminalità organizzata nel Comune di Giugliano.

Molto più probabile, invece, che si vada al voto a maggio con la decisione del ministro Matteo Piantedosi che potrebbe arrivare, in questo caso, addirittura a fine 2025 e che sarebbe vincolata a due aspetti fondamentali: l’input della Prefettura di Napoli e il nuovo scenario politico giuglianese.

Qualora la commissione d’Accesso non dovesse trovare elementi ‘utili’, la presecuzione del mandato politico del nuovo sindaco (o di un rieletto Nicola Pirozzi, qualora quest’ultimo confermasse la volontà di candidarsi) sarebbe certa. Più complesso il quadro, invece, nel caso in cui dovessero venir fuori dalle indagini degli 007 elementi di condizionamento diretto o indiretto del Comune da parte della camorra.

In questo caso sarebbero analizzate singolarmente le posizioni dei politici coinvolti e la loro presenza (o quella di parenti o persone affini) nella futura amministrazione potrebbe essere un valido motivo per spingere il ministro degli Interni a commissariare il Comune.

Ultima, ma non trascurabile, ipotesi è quella della presenza nella relazione della cammissione d’Accesso di dipendenti e dirigenti tutt’oggi in servizio a Giugliano in tal caso lo scioglimento del Municipio, e di conseguenza anche della nuova amministrazione, sarebbe inevitabile.

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