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I Giudici della Sesta Sezione Civile del Tribunale di Napoli hanno riconosciuto il diritto al risarcimento del danno per oltre un milione di euro complessivi ai familiari superstiti di due sfortunati cittadini di Giugliano che ebbero la vita distrutta dalle conseguenze nefaste della somministrazione di sangue infettato da HCV e quindi da epatite di tipo C, cui sopraggiunsero le conseguenze nefaste dell’aggravamento e poi della morte.
Dieci anni e più sono passati da quando le due persone entrambi ammalati di emofilia e costretti a ricorrere a trasfusioni sempre più frequenti, terminarono la loro esistenza nel modo più tragico.
L’epilogo umano fu quindi tragico per i due giuglianesi ma non è stato cosi per le legittime aspettative risarcitorie, grazie all’impegno del pool di legali facenti capo allo studio dell’Avvocato Andrea Faiello.
Il risarcimento riconosciuto in primo grado è opportunamente commisurato parametri obiettivi e giurisprudenziali, ma nessuna cifra basterà a compensare il dolore, la sofferenza e la perdita.
Soddisfazione per il lavoro fatto e per il risultato, da parte degli Avvocati Faiello pur nella coscienza di dovere ancora lavorare per la piena soddisfazione dell’obbligazione civilistica scaturente dalle due sentenze espresse da due giudici diversi, ma concordi e organiche.
I fatti a cui sono collegati questie vicende sono quelli della catastrofe arrecata alla sanità dalla cultura precedente agli scandali della sanità pubblica e dimenticare lo “scandalo del sangue infetto” non è facile!
La cronaca se ne impadronì e il “capo espiatorio” di turno fu la famiglia Poggiolini che con un meccanismo già noto,fu stritolata dalle tristi vicende della sanità corrotta..Ma questa è un altra storia dove si racconta di un epidemia causata dalla ingordigia dei “signori della vita e della morte” delle case farmaceutiche che per il solo calcolo finanziario,importavano sangue di “donatori” dall’Africa dove il virus hcv è endemico. Questo sangue e gli emoderivati vennero somministrati a chi per vivere ha bisogno di trasfusioni e quindi ai feriti gravi, a chi era sottoposto a operazioni lunghe e invasive e agli emofilici.
I primi casi di infezione e l’epidemia che ne venne, furono evidenti già negli anni settanta ma il Ministero aspettò ancora dieci anni per ritirare le sacche infette o dubbie e così migliaia di persone ebbero la vita rovinata da questa scellerata scelta e da questo silenzio criminale.
Nel frattempo che le conseguenze nefaste erano oggetto di studi e i malati venivano monitorati,il governo varo’ la legge che riconosceva indennizzo e indennità.
Purtroppo poi vennero anche le morti.
Per anni fu materia riservata alla giustizia amministrativa poiché era evidente la responsabilità politica e le istanze dei danneggiati si perdevano nei corridoi dei ministeri fra rimpallo di competenza.
In questi casi la tragedia non sembra trovare ascolto e il mortificante incedere della convinzione di impunità delle scelte a favore dei potenti, aggrava ancora di più la costernazione di chi subisce il dolore e poi la perdita di una persona cara.
Alcuni casi vennero all’attenzione dello studio legale dell’avvocato FAIELLO che ha sede a Giugliano a via Via.Veneto e Napoli in via e Scaglione e che si distingue per l’attenzione ai casi delle persone e da subito iniziò la caparbia e certosina ricerca di riferimenti giurisdizionali e giurisprudenziali che in quel mortificante rimpallo di competenza e di incompetenze, potessero individuare il riconoscimento alle legittime aspettative dei sopravvissuti che avevano subito danni, seppur irreparabili, ma giustamente risarcibili.
Dieci anni è durata quella che battaglia che solo apparentemente sembrava una “battaglia contro i mulini a vento” e aveva urtato sui muri di gomma ma la caparbia ostinazione e la coscienza e conoscenza del diritto, abbinata al rispetto per il dolore e per le legittime aspettative, hanno portato alla vittoria nel primo grado di giudizio con ben due sentenze di condanna verso l’obbligato principale che fu coraggiosamente individuato in quel ministero che, pur conoscendo i rischi, non ordinò il ritiro delle sacche, costringendo le strutture sanitarie a somministrare veicoli di infezione. Altri professionisti si accodarono e seguirono la strada intrapresa dagli avvocati dello studio FAIELLO che, come altre volte( come nel caso delle richieste di regolazione dei rapporti di lavoro degli impiegati di Poste Italiane) apriva il varco con competenza e fiducia nella giustizia e seguirono poi le tante istanze maturate a buon fine, in tutti i Tribunali d’Italia. Quando si lavora con impegno e rispetto, si apre sempre una strada che altri seguono ma la coscienza di una primogenitura da orgoglio e invita a continuare.
Una pagina di dignità e di competenza che riconosce all’impegno e al rispetto il suo ruolo,pur nella coscienza che nessuna cifra è adeguata a risarcire il dolore e la perdita.
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