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giovedì, Giugno 26, 2025
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I soldi del clan Veneruso-Rea riciclati a Bologna, identificati 2 imprenditori

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Anche i soldi del clan Veneruso-Rea venivano nei locali della movida a Bologna. Questo è stato scoperto al culmine di una complessa attività d’indagine condotta dai finanzieri del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Bologna insieme al Scico. Importante è stato il supporto operativo dei Nuclei di Polizia Economico-Finanziaria di Venezia, Brescia, Roma, Napoli e Catanzaro, la cooperazione di Eurojust e del Servizio per la Cooperazione Internazionale di Polizia Unità I- CAN – Interpol Cooperation Against ‘Ndrangheta.  Così tra Bologna, Padova, Mantova, Latina, Napoli e Crotone è stata eseguita un’ordinanza di applicazione di misure cautelari emessa dal G.I.P. del Tribunale felsineo – Dott. Domenico Truppa– con contestuali perquisizioni eseguite anche in Germania.

Destinatari del provvedimento cautelare in carcere sono stati l’imprenditore di origine calabrese, Omar Mohamed e Massimo Nicotera ritenuto vicino al clan Veneruso-Rea di Casalnuovo e Volla.  I due sono indiziati, a vario titolo, insieme ad altri 14 soggetti, di una molteplicità di condotte delittuose, alcune delle quali aggravate dal metodo mafioso, come riciclaggio, reimpiego di proventi illeciti, usura, estorsioni, malversazione di erogazioni pubbliche, trasferimento fraudolento di valori, reati in materia di droga, inosservanza della normativa antiriciclaggio, sfruttamento della prostituzione e tentato sequestro di persona. 

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L’indagine della Dda di Bologna

Le indagini, dirette dal dottor Flavio Lazzarini della Direzione Distrettuale Antimafia della Procura della Repubblica di Bologna con il coordinamento della Procura Nazionale Antimafia e Antiterrorismo, hanno consentito di ricostruire come l’imprenditore calabrese, potendo beneficiare su un coacervo di intrecci relazionali, abbia ricevuto nel tempo “anomali finanziamenti” da parte di soggetti pluripregiudicati ritenuti vicini alle organizzazioni criminali.

I prestiti in contanti venivano poi reimpiegati nell’acquisizione nell’acquisto di immobili, di auto come Lamborghini e Porsche e di orologi di lusso. Secondo gli investigatori del G.I.C.O. del Nucleo di Polizia Economico Finanziaria Bologna, il denaro veniva poi ripulito e restituito anche grazie al coinvolgimento di imprenditori locali nell’emissione di fatture afferenti a operazioni inesistenti.

Gli investimenti della ‘ndrangheta nel cuore di Bologna

É stata pure ricostruita la posizione patrimoniale dell’imprenditore Omar Mohamed rivelatasi sproporzionata rispetto  alle dichiarate fonti reddituali. Pertanto è stato disposto il sequestro finalizzato alla confisca di quote sociali, compendi aziendali, immobili e altre utilità, per un valore complessivo di circa 2 milioni di euro. Tra i beni finiti sotto chiave ci sono alcune società gestrici di famosi locali del centro storico di Bologna, attivi nella ristorazione e nell’intrattenimento.

Molteplici le perquisizioni tra Italia e Germania, con la cooperazione dell’Unità Interpol Cooperation Against ‘Ndrangheta, il supporto tecnico-operativo dello S.C.I.C.O. e l’ausilio di unità cinofile antidroga, in una cornice di sicurezza garantita anche da unità “Anti Terrorismo – Pronto Impiego.

 

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Alessandro Caracciolo
Alessandro Caracciolo
Redattore del giornale online Internapoli.it. Iscritto all’albo dei giornalisti pubblicisti dal 2013.
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