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Il papà di Dj Godzi: “Qualcosa non va nella ricostruzione, vogliamo la verità”

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È stato ascoltato dalla Squadra Mobile di Napoli in questura, oggi, Giuseppe Noschese, il padre di Michele Noschese, noto come dj Godzi, deceduto nella sua abitazione di Ibiza in circostanze in corso di accertamento. Il medico è stato ascoltato su delega della Procura di Roma che ha attivato il procedimento sulla vicenda del dj partenopeo. Secondo quanto si è appreso agli investigatori ha ripetuto le dichiarazioni rese sull’isola dove risiedeva il figlio che ora sono state formalmente acquisite e che confluiranno nel fascisolo aperto dagli inquirenti capitolini, competenti quando si tratta di fare luce sui presunti delitti riguardanti i cittadini italiani all’estero.

Le parole di Giuseppe Noschese

“Ho totale fiducia nella magistratura spagnola. Ho anche il dovere verso mio figlio di reclamare a gran voce la verità. La cosa che mi lascia più perplesso è il messaggio che tra l’altro è stato ascoltato anche su Rai 1 e non so come ci sia arrivato. Il ragazzo 20 minuti prima di morire aveva invitato con un vocale gli amici ad andare via perché c’erano i bambini in questo parco residenziale. Aveva detto: ‘Si possono svegliare, abbiamo fatto troppo chiasso andate via altrimenti avremo problemi’. Sono trascorso 20 minuti e mio figlio e morto. C’è qualcosa che sicuramente va appurata con grande attenzione. È stata fatta una autopsia, tra l’altro di ufficio e senza il mio perito di parte ed è stata fatta il lunedì mattina. Non so se questa è la procedura spagnola, comunque nessuno è stato avvertito, né io che ero sull’isola né tantomeno le autorità consolari italiane. Quindi è stata fatta questa autopsia d’ufficio, il giorno dopo ho richiesto l’intervento di un tecnico mio in loco con il quale si è concordato di non fare un’ulteriore autopsia ma accertamenti che ho fatto praticare sul corpo di mio figlio in una clinica molto importante di Ibiza. Ha fatto una TAC body e una risonanza magnetica body quindi al momento non è stata fatta una seconda autopsia. Mio figlio era conosciutissimo non solo a Napoli, sua città di origine, ma nel mondo. Abbiamo ricevuto delle attestazioni incredibili da tutto il mondo. Giornali americani, inglesi, tedeschi, cinesi, russi, hanno fatto tutti dei reportage. Il ragazzo aveva raggiunto una notorietà planetario di cui io, la madre e il fratello non ne avevamo a pieno consapevolezza” le parole rilasciate da Noschese all’uscita della questura.

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