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sabato, Giugno 28, 2025
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Il tesoro di Matteo Messina Denaro: “Finora sequestrati 250 mln di euro ma non è finita qui”

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“Finora sono stati sequestrati ben 250 milioni, tra aziende, titoli, immobili, contanti riferibili a Matteo Messina Denaro“. Lo ha detto, a Palermo, intervenendo alle cerimonie per il 32esimo anniversario della strage di Capaci il comandante del Ros Vincenzo Molinese.

Il tesoro di Messina Denaro

A dirlo è stato il comandante dei Ros Vincenzo Molinese, intervenendo alla cerimonia per il 32esimo anniversario della strage di Capaci, tenutasi a Palermo nel Palazzo Jung: “Finora sono stati sequestrati ben 250 milioni, tra aziende, titoli, immobili e contanti riferibili a Matteo Messina Denaro“, ha spiegato.

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“La mafia riesce a inquinare la società civile. La forza di Cosa nostra è al di fuori dell’organizzazione: riesce a penetrare tra professionisti, istituzioni, è una sua peculiarità”, ha aggiunto Molinese. “La manovra di disarticolazione del potere economico e finanziario della mafia continua incessantemente. È fondamentale sottrargli le ricchezze, sia per non farla proliferare, sia per restituire queste risorse ai territori. La geografia economica della ricchezza di Matteo Messina Denaro è complessa e la sua ricerca continua”.

“In Cosa nostra non ci sono regole di successione e non c’è un capo conclamato dopo Messina Denaro”, ha aggiunto durante l’evento il Procuratore capo di Palermo, Maurizio DeLucia. “Le mafie hanno una storia che dura da almeno 160-170 anni anni – ha proseguito – hanno già vissuto crisi, probabilmente non come questa, ma la hanno superate. Ma il modo di pensare di Cosa nostra non è cambiato. Nelle recenti intercettazioni viene messo in risalto come un mafioso del 2024 ragiona come uno del 1980 – ha ribadito -, il modo di pensare è lo stesso”.

Il Procuratore capo ha poi parlato anche di Giovanni Motisi, membro di Cosa nostra e capo del clan Motisi, attualmente inserito in cima alla lista d di massima pericolosità, in fuga da più di 20 anni. “Quello che sappiamo su Giovanni Motisi è che un condannato all’ergastolo, ed è latitante da troppo tempo. Noi abbiamo il dovere di fare cessare la sua latitanza e lo prenderemo”.

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