La foto in cui timbrava il cartellino in mutande erano diventate virali sul web. Ma ieri Alberto Muraglia, ex vigile di Sanremo, ha ottenuto una vittoria definitiva anche in Cassazione. La Corte Suprema ha infatti respinto il ricorso presentato dal Comune ligure contro la sentenza della Corte di Appello civile che si era già espressa in favore di Muraglia, bollando come illegittimo il licenziamento. “Mi accusavano di rubare, ma è il Comune che spreca i soldi” aveva dichiarato l’ex vigile. Il Comune ha dovuto dare tutti gli arretrati all’ex agente di polizia locale, circa 227.000 euro lordi, al netto delle imposte circa 130mila euro.
Le parole dei legali di Alberto Muraglia
“Si tratta di importi sottoposti a tassazione. Inoltre il Comune ha versato il minimo sindacale, senza tenere conto delle rivalutazioni Istat, delle ferie non godute e di altre voci”, spiega al Corriere uno dei legali, l’avvocato Alessandro Moroni. Il quale segnala: “Mentre Muraglia ha scelto di chiudere il rapporto di lavoro col Comune, un altro dipendente di Sanremo è stato riassunto e altri due sempre di Sanremo hanno possibilità di vincere analoghi contenziosi. Tutto deriva dalla incongruenza della cosiddetta legge anti-fannulloni voluta dal ministro Brunetta che consente di licenziare subito, salvo che poi il procedimento penale stabilisca diversamente“. Nel caso di Muraglia la Cassazione ha stabilito che il vigile era effettivamente in mutande quando ha timbrato, ma che poi si è vestito ed è andato a lavorare. L’altro avvocato di Muraglia Luigi Albero Zoboli spiega al Corriere: “Muraglia ormai si è dimesso e ha perciò diritto a 18 mensilità in più perché rinuncia al posto. Ma c’è sempre la rivalutazione delle ferie non godute e le spese del primo grado non rifuse”.
L’ulteriore azione risarcitoria
“Obiettivamente lui ha ragione – afferma l’avvocato Alberto Luigi Zoboli – è emerso che la realtà era molto diversa da quella che poteva apparire da quelle foto“ Non solo. Per Muraglia non sono però finite le giornate in tribunale. L’ex vigile infatti affronterà un’altra battaglia legale in merito all’ammontare del risarcimento, che secondo i legali non avrebbe contemplato alcune voci, come le somme per le ferie non godute, la rivalutazione e gli interessi.