Circa 1.200.000 tonnellate di rifiuti stoccati in balle nei vari siti della Regione Campania, una costo di 167 milioni di euro. Questi i numeri nel nuovo impianto previsto nell’ex area turbogas Enel al Ponte Riccio a Giugliano. Mentre l’Ente guidato dal Governatore De Luca viene travolto dallo scandalo sollevato dalla Procura di Napoli e dalla testata giornalistica FanPage.it sullo smaltimento illegale dei rifiuti, va avanti il progetto voluto dalla Regione per costruire nella terza città della Campania un impianto dedicato allo smaltimento delle ecoballe.
E’ stato pubblicato pochi giorni fa il primo atto della procedura di gara di affidamento, che dà qualche notizia in più rispetto a quelle circolate dai mesi scorsi, come ad esempio la quantità esatta dei rifiuti che dovranno essere smaltiti ed il costo previsto per l’intera operazione. Altri tipi di dubbi, invece, non sono stati sciolti. A partire da che tipo di tecnologia avrà l’impianto previsto nell’ex centrale turbogas tra Qualiano e Giugliano. Da una parte di parla, infatti di impianto finalizzato “al recupero della materia”, dall’altra si fa riferimento “all’ eventuale produzione di Combustibile Solido Secondario (CSS), conferimento dei materiali recuperati presso impianti autorizzati presenti sul territorio nazionale o comunitario e smaltimento della frazione residua”. Traducendo dal burocratese, dunque, si sottolinea come i materiali che non sarà possibile recuperare potranno essere bruciati (CSS) e le ceneri smaltite in discarica. Quali e dove non è dato saperlo.
CARATTERISTICHE DELL’IMPIANTO E COSTI
Da quanto emerge dalle carte, l’impianto di trattamento, costruito anche su più linee, prevede la lavorazione di 400.000 t/anno di rifiuti precompressi ed imballati. Dunque si prevede di terminare il lavoro entro 3 anni dall’avvio a pieno regime. Il costo totale dell’operazione di aggira sui 167 milioni di euro. Si parla di smaltire non solo le ecoballe di Giugliano, così come chiesto dal sindaco Antonio Poziello, ma “quelle giacenti in diversi siti del territorio regionale”. “Il rifiuto stoccato in balle nella Regione Campania è derivato dell’attività di selezione meccanica del Rifiuto Solido Urbano indifferenziato effettuata tra il 2001 ed il 2009. Le analisi condotte su campioni prelevati in diversi siti e le prove di selezione effettuate hanno mostrato la possibilità di ottenere un recupero di materia anche fino al 50% del materiale in entrata, l’ulteriore 30 % circa è potenzialmente recuperabile come CSS, mentre la restante frazione, stimata in circa il 20 %, fatto salvo specifici trattamenti, troverebbe collocazione in discarica”, scrive in una nota la Regione.
Per l’attuazione del Piano è previsto l’affidamento di un appalto misto per la realizzazione di un ciclo unitario di operazioni susseguenti, che si articola in diversi punti: progettazione e realizzazione dell’impianto industriale; lavorazione dei rifiuti in balle per il recupero di materia e la eventuale produzione di CSS, conferimento della materia recuperabile, utilizzo del CSS eventualmente prodotto e smaltimento delle eventuali frazioni residue a seguito del trattamento; trasporto della materia recuperabile e del CSS eventualmente prodotto agli impianti di utilizzo, oltre il trasporto dei residui non recuperabili allo smaltimento finale.
CARATTERISTICHE DELL’APPALTO
Per partecipare all’appalto la Regione ha previsto determinate caratteristiche per le aziende che vogliono partecipare, a partire dalla necessità di avere un fatturato che provi la solidità ed affidabilità dell’operatore e che negli ultimi anni si sia occupato di trattamento rifiuti. La gara, che prevede una consultazione preliminare di mercato, scade il 6 marzo.
ECCO IL LINK DAL QUALE E’ POSSIBILE LEGGERE LA PROCEDURA DI GARA