PUBBLICITÀ
HomeCronacaInchiesta appalti rifiuti, Luigi Grimaldi ha dribblato il carcere anche grazie alle...

Inchiesta appalti rifiuti, Luigi Grimaldi ha dribblato il carcere anche grazie alle dimissioni

PUBBLICITÀ

C’è anche il nome di Luigi Grimaldi, ex consigliere comunale a Frattamaggiore ed ex assessore all’Ambiente al comune di Giugliano, tra gli indagati nell’inchiesta per corruzione e turbativa d’asta che vede coinvolti diversi politici e imprenditori tra le province di Napoli e Caserta. Il Pm aveva chiesto per Grimaldi (da considerarsi innocente fino ad eventuale sentenza definitiva, ndr) la custodia cautelare in carcere (leggi qui l’articolo) ma il Gip, a seguito dell’interrogatorio preventivo, ha ritenuto opportuno non applicare nei confronti del politico nessuna misura cautelare.

Nell’ordinanza ci sono diversi passaggi in cui emergere il coinvolgimento di Grimaldi (ex consigliere comunale a Frattamaggiore) nell’affare illecito della gara sui rifiuti, nel periodo 2023 quando lui era consigliere al Comune di Napoli. Grimaldi, precedentemente assessore all’Ambiente a Giugliano durante l’Amministrazione Nicola Pirozzi in quota Repubblicani, nel periodo in cui è stato nella terza città della Campania è stato oggetto di un’altra indagine, sempre per presunta corruzione. Lo scorso luglio Luigi Grimaldi si è dimesso da consigliere comunale a Napoli, decisione che per il Gip è stata fondamentale per evitare l’applicazione di un’eventuale misura cautelare.

PUBBLICITÀ

Il Gip, infatti, scrive che “la funzione pubblica di consigliere comunale presso il Comune di Frattamaggiore lo ha posto nelle condizioni di rappresentare il gancio politico attraverso il quale Agizza Vincenzo, profondo conoscitore e frequentatore di tate ente, riusciva a penetrare nel sistema amministrativo degli appalti anche in comuni vincitori”. 
“La successiva elezione come consigliere comunale a Napoli
rendeva, quindi, il pericolo di reiterazione di condotte analoghe oltre che concreto anche
attuate ma le dimissioni presentate dall’indagato in data 08.07.2025 dopo essere stato
raggiunto dall’invito a rendere l’interrogatorio preventivo, elidono ogni possibilità attuate
di rientrare in gioco e dunque anche Grimaldi Luigi potrà, ad avviso di questo giudice,
attendere l’esito del procedimento penate a suo carico, senza la necessaria applicazione di misure cautelari“.

“Occorre, infine rilevare che l’indagato in sede di interrogatorio preventivo, dopo essere
stato previamente avvisato della facoltà di non rispondere, ha dichiarato di non essere
sottoposto attualmente a procedimenti penali omettendo di riferire della esistenza di un
procedimento penale a suo carico con emissione di misura cautelare per il reato di
corruzione presso il Tribunale di Napoli Nord”. Il riferimento di quest’ultima indagine è quella riferita all’inchiesta Teknoservice a Giugliano per cui aveva ottenuto il divieto di dimora poi revocato dal Riesame (leggi qui l’articolo).

I CAPI DI IMPUTAZIONE CONTESTATI A LUIGI GRIMALDI

Sono due le accuse mosse a Luigi Grimaldi: corruzione nei confronti di un pubblico ufficiale per indurlo a compiere atti contrari ai suoi doveri di ufficio e turbativa d’asta della gara d’appalto sui rifiuti a Frattamaggiore.

Per la presunta turbativa d’asta “Romano ed Agizza, agendo in accordo con Nicola Ferraro, avrebbero stretto rapporti collusivi e corruttivi con Luigi Grimaldi già esponente politico del consiglio comunale di Frattamaggiore e all’epoca consigliere comunale di Napoli, e con Domenico Raimo, Dirigente tecnico del Comune, preposto all’incanto, per orientare la gara in favore di Ilario Aniello e della CZETA spa, di cui il primo è proprietario ed amministratore, Grimaldi Luigi, in qualità di ex componente del consiglio comunale di Frattamaggiore, fungendo da intermediario fra Romano ed Agizza con RAIMO, in cambio di una percentuale sull ‘importo dell’appalto”.  

Per l’induzione alla corruzione “Domenico Romano e Vincenzo Agizza, sulla scorta di un legame collusivo molto intenso con Luigi Grimaldi già consigliere comunale di
Frattamaggiore e all’epoca consigliere comunale di Napoli, avrebbero concluso un
accordo corruttivo con Raimo Domenico, dirigente tecnico del comune di
Frattamaggiore, grazie alla intermediazione di Luigi Grimaldi, affinché l’appalto
per la raccolta dei rifiuti solidi urbani di Frattamaggiore venisse assegnato alla
CZ CZETA di Ilario Aniello. In forza di tale accordo – chiaramente contrario ai
doveri di imparzialità del pubblico ufficiale – Ilario Aniello avrebbe versato a Raimo ed
a GrimaldiI 20.000 euro in più tranches”.

LE PAROLE DEL GIP

Per i giudici “non può dirsi raggiunta, neppure in termini di gravità indiziaria, la prova
dell’avvenuto pagamento di tangenti in denaro per orientare la gara della raccolta dei rifiuti
presso il Comune di Frattamaggiore al Raimo nè tanto meno al Grimaldi.
Ma sussiste pur sempre la gravità indiziaria che un accordo, con impegni poi non
mantenuti, in tal senso era stato raggiunto”.
In tutte le conversazioni intercettate i riferimenti al Raimo ed al Grimaldi non sono dettati
dalla necessità di millantare una loro conoscenza ed emerge non solo la capacità di
penetrazione drl duo Agizza/Romano all’interno del Comune di Frattamaggiore al fine di
orientare le gare pubbliche ma la effettiva sussistenza del loro tentativo di orientare la gara
in oggetto attraverso l’intervento del tecnico incaricato della gara e del politico di
riferimento”.

IN COSA CONSISTE L’INCHIESTA

Giuseppe Guida, sindaco di Arienzo, in provincia di Caserta, coordinatore provinciale di Forza Italia è tra i destinatari delle 17 misure cautelari notificate dai carabinieri di Caserta al termine di indagini coordinate dalla Dda nell’ambito di un’inchiesta su corruzione per atti contrari ai doveri di ufficio, istigazione alla corruzione, turbata liberta degli incanti, riciclaggio e autoriciclaggio.

Guida è finito ai domiciliari. Coinvolto nell’inchiesta (per lui disposto il carcere) l’ex consigliere regionale dell’Udeur nonché imprenditore dei rifiuti di Casal di Principe, Nicola Ferraro, che già ha scontato 7 anni di carcere per concorso esterno in camorra. Tra gli indagati anche l’ex direttore generale dell’Asl di Caserta Amedeo Blasotti, per il quale la Procura guidata da Nicola Gratteri aveva chiesto il divieto di dimora che però il Gip non ha concesso durante gli interrogatori del maggio scorso, e l’ex consigliere regionale Luigi Bosco, attuale coordinatore regionale di Azione; anche per quest’ultimo la richiesta di misura è stata rigettata.
Si spalancano di nuovo le parte del carcere per Nicola Ferraro, ex consigliere regionale ed ex plenipotenziario dell’Udeur a Caserta, pregiudicato con sentenza definitiva per concorso esterno nel clan dei Casalesi. Mentre va ai domiciliari il sindaco di Arienzo Giuseppe Guida, coordinatore provinciale di Forza Italia. Sono i nomi di spicco tra le 17 misure cautelari eseguite stamane dai carabinieri, emesse nell’ambito di un’indagine per corruzione e turbativa d’asta intorno ad alcuni appalti del settore rifiuti e sanificazioni. Ci hanno lavorato i pm Maurizio Giordano e Vincenzo Ranieri, in forza alla direzione distrettuale antimafia di Napoli guidata da Nicola Gratteri. Ma il Gip Nicola Marrone ha fatto cadere le aggravanti camorristiche. Per questo, a maggio, dispose gli interrogatori preventivi per gli indagati. Poi la decisione.

Nicola Ferraro ha già scontato 7 anni di carcere. Tra gli indagati anche l’ex direttore generale dell’Asl di Caserta Amedeo Blasotti, per il quale il pm aveva chiesto il divieto di dimora che però il Gip non ha concesso, e l’ex consigliere regionale Luigi Bosco, attuale coordinatore regionale di Azione: anche per quest’ultimo la richiesta di misura è stata rigettata.

Ferraro e Guida dividono un’accusa di corruzione. Secondo il capo di imputazione, l’ex consigliere regionale avrebbe appoggiato Guida nelle elezioni provinciali di Caserta in cambio della revoca dell’appalto per la raccolta dei rifiuti urbani ad Arienzo, indetto nel 2019. Fu poi effettivamente revocato “sulla base di una serie di pretestuosi inadempimenti contrattuali della ditta aggiudicataria”. Secondo i pm ciò avvenne “allo scopo di consentire alla seconda classificata di divenire aggiudicataria dell’incanto”. Questa impresa avrebbe poi versato una percentuale dell’importo a Ferraro.

Complessivamente sono state emesse dal gip tre ordinanze di arresti in carcere, sette ai domiciliari e sette tra divieti di dimora e misure interdittive. Secondo gli investigatori, dunque. Ferraro ha continuato a “operare” nel settore ambientale, infiltrando, come fatto già in passato per conto del clan dei Casalesi (fazione Schiavone-Bidognetti), le amministrazioni pubbliche, tra Comuni e Asl. Ferraro è accusato rimesso in piedi il ‘cartello’ che già operava prima della sua condanna. Stavolta però le indagini condotte dai carabinieri del reparto operativo di Caserta hanno accertato che l’ex consigliere regionale non agiva con aziende proprie – ne avrebbe potuto, per i precedenti penali e le sicure interdittive che lo avrebbero colpito – ma coordinando un gruppo di imprese di imprenditori di sua fiducia che ne ricambiavano con tangenti le intercessioni grazie alle quali ottenevano appalti. Nel 2023 l’esistenza delle indagini fu disvelata da alcune perquisizioni. A casa di un imprenditore del ‘cartello Ferraro’ trovarono due milioni di euro in contanti.

Custodia cautelare in carcere

Nicola Ferraro
Aniello Ilario
Giuseppe Rea

Arresti domiciliari

Francesco Pietro Buonanno
Virgilio Emanuele Pio Damiano
Vittorio Fuccio
Giuseppe Guida
Vincenzo Agizza
Paolo Onofrio
Massimo Cirillo

Divieto di dimora

Anna Lanzuolo – Divieto di dimora nella Regione Campania
Pietro Paolo Ferraiuolo – Divieto di dimora in Casal di Principe

Misura interdittiva – Divieto temporaneo (12 mesi)

Mauro Marchese – Divieto di ricoprire uffici direttivi di persone giuridiche e imprese
Eugenia Iemmino – Divieto di ricoprire uffici direttivi di persone giuridiche e imprese
Antonio Garofalo – Sospensione temporanea dall’esercizio dei pubblici uffici
Roberto Fiocco – Divieto di contrattare con la pubblica amministrazione
Barbara Fiocco – Divieto di contrattare con la pubblica amministrazione

PUBBLICITÀ
Antonio Mangione
Antonio Mangionehttp://www.internapoli.it
Giornalista pubblicita iscritto dalll'ottobre 2010 all'albo dei Pubblicisti, ho iniziato questo lavoro nel 2008 scrivendo con testate locali come AbbiAbbè e InterNapoli.it. Poi sono stato corrispondente e redattore per 4 anni per il quotidiano Cronache di Napoli dove mi sono occupato di cronaca, attualità e politica fino al 2014. Poi ho collaborato con testate sportive come PerSempreNapoli.it e diverse testate televisive. Dal 2014 sono caporedattore della testata giornalistica InterNapoli.it e collaboro con il quotidiano Il Roma