Ancora una volta, in prossimità delle festività, i malviventi hanno preso di mira il territorio di Casalnuovo. Nella notte appena trascorsa, una banda di ladri ha messo a segno un furto in due plessi scolastici della scuola Aldo Moro, rubando circa 100 dispositivi informatici, tra pc e tablet. I furti hanno interessato il plesso di via Pigna e quello di via Marconi, con un danno economico stimato in circa 50.000 euro, senza contare i danni causati per entrare negli edifici scolastici.
Secondo le prime ricostruzioni, i malviventi hanno agito senza scrupoli, portando via attrezzature fondamentali per l’attività didattica, colpendo una comunità intera. L’allarme è stato lanciato immediatamente appena scoperto il furto, e sul posto sono intervenuti gli agenti della Polizia Municipale e i Carabinieri. Le forze dell’ordine stanno ora indagando per identificare i responsabili, ma la situazione resta tragica.
Non è la prima volta che i plessi scolastici della zona sono vittime di simili atti criminosi. Già in passato, furti analoghi si sono verificati anche a Pomigliano d’Arco e in altri comuni limitrofi. Un fenomeno che ormai sta diventando insostenibile. Oltre al danno economico e materiale, c’è anche il danno di immagine, e soprattutto, un messaggio devastante per i giovani studenti che vedono le loro scuole vandalizzate, private degli strumenti con cui studiano e imparano.
È fondamentale che la comunità e le istituzioni si attivino per contrastare fermamente questi atti di criminalità. Urge un maggiore impegno in termini di sicurezza: più telecamere, maggiore presenza delle forze dell’ordine e, soprattutto, più fondi per le amministrazioni locali. Le forze dell’ordine, purtroppo, spesso si trovano a combattere contro una criminalità che sembra essere sempre più organizzata e determinata, senza che vi siano risorse sufficienti a fronteggiarla adeguatamente.
In questo contesto, è necessario rivolgersi soprattutto ai giovani. È il momento di insegnare loro che esiste un altro Sud, un Sud fatto di legalità, educazione e impegno civile. Non è quello dei ladri che razziano le scuole e la comunità, ma è un Sud che cresce, che studia, che partecipa alla vita politica e sociale. Ai ragazzi va mostrato che esiste un’alternativa, quella di un futuro onesto e costruttivo, lontano da chi pensa che la violenza e il furto siano soluzioni accettabili.