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Le telefonata tra l’imprenditore della camorra e lo sceicco dal carcere

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Omar Mohamed, alias lo sceicco, reclutava anche le ragazze con le quali avrebbe concordato per i clienti le prestazioni sessuali a pagamento dopo una serata in compagnia. Come riporta il Corriere della Sera questa condotta gli è valsa anche l’accusa di favoreggiamento ella prostituzione, alla droga consumata sui tavoli. Secondo la Procura, Mohamed riciclava i soldi delle mafie nei locali ed era “spietato perché offriva ragazze ai clienti”.

Il 39enne, originario di Crotone, è il personaggio chiave al centro dell’operazione della Guardia di Finanza, coordinata dalla Dda di Bologna. Mohamed è stato raggiunto da ordinanza di custodia in carcere, così come anche Massimo Nicotera, ritenuto appartenente ad un clan Veneruso-Rea. Interrogato il 10 ottobre, Mohamed si è avvalso della facoltà di non rispondere.

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Le telefonate dal carcere di Secondigliano

Con Nicotera, considerato il suo principale ma non unico finanziatore, l’imprenditore crotonese parla attraverso un telefono che arriva nel carcere di Secondigliano, dove il 50enne è agli arresti dopo la tentata estorsione con il capoclan del clan camorra. Nelle intercettazioni gli investigatori li sentono mentre organizzano insieme la girandola di soldi sporchi che viene contestata a entrambi. “A me ne servono cento amico, altri cento. Io ogni mese vengo e ti porto là 15mila, così scaliamo piano piano capito?“.

 

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