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Mafia, chi comanda dopo la morte di Riina: la rivelazione a ‘Le Iene’

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Secondo appuntamento stagionale con “Le Iene Show” che va in onda questa sera, 14 febbraio 2018, su Italia 1. La trasmissione condotta da Ilary Blasi e Teo Mammuccari, in compagnia della Gialappa’s Band, si potrà seguire a partire dalle 21.20.

LE IENE SHOW, SERVIZIO BITCOIN

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Matteo Viviani si occupa dei Bitcoin, la moneta virtuale nata nel 2009 sempre più al centro dell’interesse mediatico. Ma cosa sono di preciso? Perché sono nati? Come funzionano? Potrebbero davvero migliorare le nostre vite? Quali sono i pro e quali i contro? Per rispondere a queste domande, la iena intervista il fondatore di Bitcoin Foundation Italia Franco Cimatti, esperti di sicurezza informatica, professori universitari, giovani imprenditori.

LE IENE SHOW, CHI E’ IL SUCCESSORE DI TOTO’ RIINA

Chi è il successore di Totò Riina, morto il 17 novembre 2017? Secondo i giornali ci sarebbero alcuni soggetti che potrebbero, anche considerati i precedenti penali, contendersi la guida di Cosa nostra. Filippo Roma va in Sicilia per dare il via a un paradossale “toto-boss”.

Dopo la morte di Totò Riina, non sembra ancora attribuibile a nessuno la guida di Cosa Nostra. Ancora fondamentalee il ruolo di Matteo Messina Denaro, “per quanto si colgano segnali interessanti rispetto a una lenta ma progressiva minore pervasività operativa della sua leadership”.

È quanto afferma la relazione semestrale della Direzione nazionale antimafia(prima metà del 2017), trasmessa alla Camera. “Si prospetta la formale apertura di una nuova epoca, quella della mafia 2.0. Sempre più al passo con i tempi, che confermerà definitivamente la strategia della sommersione. Conseguentemente non dovrebbero profilarsi guerre di mafia per sancire la successione di Riina”, segnala la Dia.

Appare superata per sempre “l’epoca della mafia violenta, che ha ceduto il passo a metodologie volte a prediligere le azioni sottotraccia e gli affari, sovente realizzati attraverso sofisticati meccanismi collusivi e corruttivi”. La relazione ipotizza la possibilità di un accordo tra i capi più influenti per ricostituire una sorta di cabina di regia simile ma diversa dalla Commissione provinciale (che non risulta essersi più riunita dopo l’arresto dei capi storici), intesa quale organismo unitario di vertice, con un prevedibile ritorno in scena dei palermitani.

Le indagini evidenziano che la “nuova mafia” è sempre più “silente e mercatistica”, privilegiando un modus operandi “collusivo-corruttivo: gli accordi affaristici non sono stipulati per effetto di minacce o intimidazioni, ma sono il frutto di patti basati sulla reciproca convenienza”.

Tra i settori ad alto rischio di corruzione c’è quello dei trasporti marittimi, destinatario di ingenti finanziamenti pubblici, anche comunitari.

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