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domenica, Maggio 5, 2024
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Marco Di Lauro poteva essere catturato prima del 2 marzo 2019, l’irruzione fallita in un covo

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Le forze dell’ordine sono state più volte vicini alla cattura di Marco Di Lauro. ‘F4’ poteva essere arrestato molto prima di quel famoso 2 marzo 2019. Come emerge dall’ultima ordinanza, infatti, carabinieri e polizia seguivano diversi affiliati, ritenuti vicini all’ex super latitante. Come racconta il pentito Tamburrino “ci fu un ‘irruzione fatta dai Carabinieri in un’abitazione in cui Marco era nascosto in un sistema realizzato da un fabbro. I carabinieri non trovarono Marco”. Chi gestiva la latitanza di Marco Di Lauro aveva la mesata sino a che il clanpercepiva il denaro delle piazze: 200 euro a settimana più l’affitto.

Un altro vivandiere di Marco Di Lauro, invece, aveva il compito di far recapitare alla famiglia di Cira Marino (compagna dell’ex latitante) le lettere che la ragazza scriveva ai genitori. “I plichi erano su fogli di quaderno chiusi con lo scotch. Marco mi mandava una lettera con le istruzioni, che bruciavo immediatamente. I suoceri hanno avuto denaro e notizie della figlia sin dal 2011”, racconta il pentito Tamburrino.

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Arresto di Marco Di Lauro, il clan già sapeva del ‘tradimento’ di Tamburrino:«Ma che c….ha fatto tuo fratello?»

Il suo ‘peccato originale’ è uno di quelli che i clan non dimenticano. Quello di aver fatto catturare quello che fino a quel momento era la primula rossa della camorra partenopea, Marco Di Lauro. Rappresentano uno dei perni dell’ultima inchiesta contro il gruppo del Terzo Mondo le dichiarazioni di Salvatore Tamburrino, ossia colui che quando uccise sua moglie Norina Matuozzo diede agli investigatori l’indirizzo dove trovare ‘F4’ (leggi qui l’articolo). Le sue dichiarazioni, oltre a ricostruire gli affari e le gerarchie dei clan e il presunto coinvolgimento in questo business di Tina Rispoli e Tony Colombo, sono interessanti anche perchè fotografano il ‘clima’ interno al clan nei mesi successivi alla cattura di Marco Di Lauro. Secondo la ricostruzione avvenuta nell’ordinanza il clan sapeva già mezz’ora dopo dell’arresto di Di Lauro che la ‘soffiata’ era venuta da Tamburrino tanto che la sorella dell’uomo fu apostrofata in strada dalla compagna di Vincenzo Di Lauro che le disse:«Che cazzo ha fatto tuo fratello, ha fatto arrestare a Marco mio cognato».

Le rivelazioni di Tamburrino

Secondo Tamburrino subito dopo il suo arresto alcuni affiliati dei Di Lauro andarono a casa sua devastandogli casa e portando via tutto:«Dopo il mio arresto, mia mamma venne convocata a casa di Vincenzo Di Lauro, ove era presente ove era presente anche Umberto Lamonica, il quale prese la parola e disse che volevano la mia macchina e tutti i soldi ed
i beni di valore miei, in quanto avevano collegato il mio arresto con la cattura di Marco Di Lauro. Mia mamma disse che Lamonica era con Vincenzo Rispoli e si erano presi la TV, e tutto quello che c’era di valore, elettrodomestici, bottiglie di champagne ed altro. Chiesero anche le chiavi di casa. Poi mia mamma andò a parlare con Enzo Di Lauro e le ruberie finirono e la TV restituita». Quelle ritorsioni furono raccontate a Tamburrino dai suoi parenti nel corso di un colloquio in carcere, è in quell’occasione che i familiari dicono all’uomo che il clan è disposto a perdonare a patto che non riveli nulla mettendolo anche in guardia da ciò che racconterà ad un avvocato che, secondo loro, è colui che avrebbe informato il clan circa le sue rivelazioni relative all’arresto di Marco Di Lauro.

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