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venerdì, Aprile 19, 2024
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Melito. Salta il Consiglio per sfiduciare il presidente, polemiche sulla sala ‘trasformata’ in teatro

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Un palcoscenico teatrale al posto dei banchi del consiglio comunale. È questo ciò che si sono trovati davanti i consiglieri e i cittadini accorsi in aula comunale alle 16 di questo pomeriggio per la seconda convocazione del consesso civico che avrebbe dovuto decidere le sorti di Nunzio Marrone, presidente del consiglio comunale su cui pendeva, e pende tutt’ora, una mozione di sfiducia da parte dei colleghi di maggioranza guidata dal sindaco Antonio Amente, assenti per due convocazioni consecutive.
Sette i consiglieri presenti. Oltre al presidente Marrone, che si è pubblicamente scusato per le condizioni in cui si è presentata l’aula, erano in aula cinque consiglieri di opposizione e la neo-entrante Emilia Cerrone, staccatasi dalla maggioranza e passata in minoranza per “diversità di vedute” con i colleghi: “Per me è una maggioranza altalenante e incongruente con cui non condivido più nulla. In primis la stessa mozione che non ho firmato e non avrei votato. La loro assenza di questo pomeriggio conferma quanto la richiesta di rimozione di Nunzio Marrone fosse sbagliata fin dall’inizio“, ha commentato la consigliera indipendente di opposizione.

Alle ore 17, nel via vai di cittadini che iniziavano ad affollare le poltroncine della platea per lo spettacolo previsto poco dopo, il presidente Marrone ha dichiarato la seduta deserta, rinviando i lavori a data da destinarsi.

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Pur avendo la facoltà di interrompere la manifestazione, ho preferito non farlo per rispetto di chi avrebbe dovuto esibirsi da lì a pochi minuti – ha dichiarato Marrone, e ha continuato – Sono mortificato per le condizioni in cui ho trovato l’aula consiliare che è un organo rappresentativo e serio. Mi va bene fare delle manifestazioni per esprimere un talento, ma mi aspettavo quantomeno di essere avvisato. Oggi, tra l’altro, era previsto un consiglio comunale convocato dalle stesse persone che sono risultate assenti per la seconda volta consecutiva. Anche questo è un punto che mi mortifica. Fare politica significa metterci la faccia. Se questi signori non avevano le idee chiare – ha concluso il presidente – avrebbero anche potuto non convocare questo consiglio comunale, evitando così di gravare sulle tasche dei melitesi“.

Duro attacco anche dalle opposizioni che, in una dichiarazione congiunta, hanno fortemente stigmatizzato l’accaduto, chiedendo le dimissioni del primo cittadino Amente e della sua squadra di governo: “Si tratta dell’ennesima mortificazione dell’organo istituzionale – hanno affermato – Abbiamo assistito ad una vera e propria commedia che delegittima l’organo principe di una comunità. Non si è avuto né il rispetto, né la capacità di presentarsi ad un consiglio, in seconda, convocazione, richiesta dalla stessa maggioranza. E’ l’ennesima prova di totale mancanza di senso delle istituzioni, di gestione strampalata della cosa pubblica che viene piegata ad interessi di parte mentre il paese avrebbe bisogno di ben altro approccio. Questa amministrazione – hanno proseguito – ormai non ha più niente da dire e da dare alla comunità di Melito e farebbe bene a togliere il disturbo nel più breve tempo possibile. Siamo disgustati dal modo di agire di questa amministrazione. Questa scenografia che non tiene conto e rispetto del consiglio comunale che si sarebbe dovuto svolgere oggi è una mortificazione per le istituzioni e la cittadinanza. Se gli è rimasto un briciolo di dignità dovrebbero rassegnare le loro dimissioni”.

In una lunga nota rilasciata alla stampa il primo cittadino, Antonio Amente, ha spiegato le ragioni del mancato svolgimento del Consesso civico e della “scenografia” che ha fatto da sfondo alla conta dei consiglieri presenti e alla dichiarazione della seduta deserta, non risparmiando un attacco all’opposizione, colpevole di “spalleggiare” Nunzio Marrone dopo esposti in Prefettura.

Mi scuso con la città per il mancato svolgimento del consiglio comunale a cui abbiamo deciso di non partecipare soltanto per motivi tecnici – si legge sulla nota diramata dagli addetti alla comunicazione del primo cittadino – L’approvazione della delibera di dissesto finanziario, avvenuta il 14 gennaio, ha avviato un iter amministrativo consequenziale. L’articolo 251 comma 1 del Tuel, prevede infatti che “nella prima riunione successiva alla dichiarazione di dissesto e comunque entro trenta giorni dalla data di esecutività della delibera, il consiglio dell’ente, o il commissario nominato ai sensi dell’articolo 247, comma 3, è tenuto a deliberare per le imposte e tasse locali di spettanza dell’ente dissestato, diverse dalla tassa per lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani, le aliquote e le tariffe di base nella misura massima consentita, nonché i limiti reddituali, agli effetti dell’applicazione dell’imposta comunale per l’esercizio di imprese, arti e professioni, che determinano gli importi massimi del tributo dovuto”. Pertanto l’eventuale svolgimento del consiglio giovedì, o anche quest’oggi, avrebbe potuto causare, in caso di impugnamento della delibera di variazione delle aliquote, disagi alla cittadinanza”.

Dopo una spiegazione squisitamente tecnica, il primo cittadino ha commentato gli avvenimenti dell’ultima ora: “Nonostante il Consiglio per la sfiducia al presidente fosse stato convocato in precedenza, dopo aver contattato più volte gli uffici della Prefettura e del Ministero degli Interni, abbiamo ritenuto opportuno procedere ad una nuova convocazione dell’Assise. Nei prossimi giorni infatti sarà convocato il consiglio comunale con all’ordine del giorno la variazione delle aliquote e la mozione di sfiducia del presidente dell’Assise. Pertanto chi di dovere ha autorizzato già giovedì l’allestimento nella sala consiliare della scenografia per lo svolgimento di una commedia teatrale a cui assisteranno gratuitamente questa sera diversamente abili e meno abbienti. Alla luce di tutto ciò, quanto letto sui social e su qualche organo di stampa in questi giorni, è semplice demagogia da falliti della politica, mossa da personaggi infimi che rappresentano elettoralmente parlando forse neanche se stessi. La maggioranza è più compatta che mai e qualora ve ne fosse la necessità lo dimostreremo nella prossima seduta che porterà alla sfiducia del presidente del Consiglio, firmata da ben 14 consiglieri di maggioranza. A distanza di due settimane ancora mi chiedo come abbia fatto un presidente del consiglio comunale ad essere ‘sfiduciato’ da 14 colleghi della sua stessa maggioranza. È paradossale che, stando a quanto raccontatomi, quest’oggi il presidente del Consiglio veniva fiancheggiato in aula dalle stesse persone che appena qualche settimana fa presentavano un esposto in Prefettura per segnalare le deficienze e l’incapacità nello svolgere le funzioni di leader del Consesso”.

 

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