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venerdì, Aprile 19, 2024
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LSU a Melito, il sindaco Mottola: «Fondamentale approvare il Bilancio per stabilizzarli con certezza»

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Si è tenuta questa mattina nell’aula consiliare del Comune di Melito, alle 10:30, l’incontro tra i lavoratori socialmente utili ed il sindaco facente funzioni della città, Luciano Mottola. Al centro della discussione proprio il ruolo dei lavoratori precari, i quali sono in stato di agitazione per “ottenere il diritto ad avere un futuro”. In trenta, stamattina, hanno potuto approffitare di un confronto diretto con il sindaco, il quale ha mostrato massima solidarietà nei confronti di questi ultimi.

«Se si approva il bilancio, i 30 LSU verranno assunti»: le parole del sindaco di Melito Luciano Mottola

Intervistato ai microfoni di InterNapoli.it, Mottola ha parlato del futuro dei 30 LSU (lavoratori socialmente utili, ndr). «Oggi non è il momento di perdersi dietro al tatticismo né tanto meno dietro a delle ipotesi. Noi abbiamo la certezza che, approvando il bilancio preventivo questi lavoratori vengono assunti. Per il resto si tratta soltanto di teorie, ma al momento Melito non può perdersi dietro a queste. Dobbiamo cercare di concretizzare e guardare i fatti. Questa città oggi non ha bisogno di un solo sindaco, ma di 24: credo che tutti i consiglieri comunali debbano svolgere il ruolo di primo cittadino fino alla prossima tornata elettorale. Poi ognuno potrà prendere la propria strada”.

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“Ai lavoratori socialmente utili dico che io e la mia amministrazione comunale, che è quella di Amente, faremo di tutto per far sì che vengano assunti e stabilizzati. Mi auguro in un risveglio delle coscenze da parte di chi oggi sta politicizzando un tema che dovrebbe avere caratteristiche e connotazioni completamente diverse».

«Se non verranno assunti, il Comune di Melito costretto a chiudere»

«Il Comune di Melito sarebbe tecnicamente costretto a chiudere in caso di mancata stabilizazzione dei lavoratori socialmente utili, visto che non avremmo forza-lavoro per poter mandare avanti gli uffici. Già oggi questi sono balbettanti e lo possiamo vedere da quello che succede anche esternamente. La mancata possibilità di stabilizzare questi lavoratori in futuro comporterebbe, naturalmente, la chiusura dell’Ente. Lo comporterebbe per questa amministrazione e per le prossime che verranno tra 15-20 anni, poiché Melito essendo un ente in dissesto, non ha una capacità assunzionale tale da poter portare a rapportarsi da qui a breve con quella che è una comunità di 40mila abitanti e con problematiche che da anni a questa parte attanagliano questa città».

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Lo sfogo di una delle lavoratrici: «Questo è un treno che non dobbiamo perdere»

«I 30 lavoratori socialmente utili del Comune di Melito sono in stato di agitazione per avere riconosciuto il diritto ad avere un futuro». Inizia così la lettera dei 30 LSU, che poi specificano: «A causa del blocco del turn over, imposto dai nuovi vincoli normativi che non consentono nuove assunzioni a seguito dei pensionamenti, il Comune di Melito si troverebbe nella situazione drammatica di non poter più garantire i servizi essenziali».

Si tratta di lavoratori ormai precari da più di 25 anni, e che si trovano sull’orlo del precipizio. Il motivo? Il loro futuro lavorativo sembra avere una data di scadenza: il 31 dicembre 2020.

«Il dramma – scrivono nella lettera – non sarebbe solo di questi lavoratori e delle loro famiglie. Ma anche dei cittadini, che non potrebbero avere accesso a molti servizi che, oggi, sono garantiti proprio grazie ai lavoratori socialmente utili».

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Arriva anche lo sfogo di una delle lavoratrici. «Sono impegnata nei lavori socialmente utili dal 1996. Noi non siamo lavoratori precari, ma siamo disoccupati. Il sussidio che noi riceviamo dall’Inps è quello di disoccupazione: è vergognoso. Finalmente, dopo 25 anni, abbiamo quasi raggiunto il traguardo. La legge di bilancio del 2020 prevede che entro il 31 dicembre 2020, dopo che il nostro sindaco (Antonio Amente) nel mese di aprile aveva confermato l’emergenza che c’è in questo comune e, quindi, la volontà di assumere tutti e 30. Anche perché, a monte, il Governo ha stanziato dei soldi che verranno dati ad ognuno di noi che viene assunto, fino alla pensione. Questo è un treno che non dobbiamo perdere, perché siamo stanchi».

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