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mercoledì, Aprile 24, 2024
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Mercato del lavoro a Napoli e in Campania: disoccupazione di lunga durata in crescita

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In Campania il numero dei Neet è in costante aumento, con dati da record: ma si tratta, purtroppo, di un record negativo. Il riferimento, in particolare, è ai giovani che fanno parte della fascia di età compresa fra i 15 e i 29 anni: quelli che non studiano e che, però, neppure lavorano. Secondo il Rapporto Pmi che è stato diffuso da Confindustria, relativo agli ultimi tre anni di economia in Campania per le piccole e medie imprese, nella regione gli inattivi sono più di 1 su 3: in tutta Italia, solo la Sicilia ha numeri così negativi, a dimostrazione del divario con il resto del Paese.

Applavoro.it: una buona via di uscita

Una buona soluzione per trovare lavoro Napoli è rappresentata da applavoro.it, sito che mette a disposizione annunci e inserzioni provenienti da aziende alla ricerca di nuovi dipendenti. Questo portale, inoltre, propone una classifica nazionale dei migliori professionisti dei settori più diversi. Spulciando la sezione di applavoro.it dedicata a Napoli si scopre, per esempio, una selezione per un moderatore chat, ma ci sono posizioni aperte anche per cartomanti da destinare a un centro risposta e per project manager che abbiano una laurea in ingegneria gestionale.

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Il mercato del lavoro fra gli adulti

Se in Campania 1 giovane su 3 può essere inserito nella categoria dei Neet, non va poi molto meglio per gli adulti lavoratori. In particolare, il lavoro regolare appare in grande sofferenza, con un tasso di occupazione che è appena del 25.3%, a fronte di un dato medio nazionale pari al 40%. Per di più cresce, fino a sfiorare la soglia del 66%, il tasso di disoccupazione di lunga durata. È a Caserta che viene rilevata la contrazione più importante, anche a causa del calo dell’industria della moda. Il ribasso è diffuso in particolare tra i giovani dai 15 ai 34 anni di età, anche se va detto che nel 2021 c’è stata una lieve crescita, comunque inferiore a 1 punto percentuale. Secondo le stime, nel 2022 il rialzo dovrebbe essere più consistente, fino a sfiorare il 3%, e se così fosse la Campania entrerebbe nel novero delle regioni italiane che fanno registrare il tasso di incremento più consistente.

Lo studio di Confindustria Campania

Quella di Confindustria Campania è una ricerca molto dettagliata, che si articola in 150 pagine in cui vengono riportati tutti i dati relativi alla crisi economica che è stata innescata dalla pandemia da coronavirus e alla successiva ripresa. Una vera e propria indagine, davvero imponente, relativa allo stato di salute delle PMI del territorio, reso possibile dal contributo di Mediolanum e dalla collaborazione del dipartimento di Economia dell’università Vanvitelli, con l’analisi di un panel di poco meno di 5mila aziende e un totale di quasi 15mila osservazioni. Come è stato fatto notare da Gianluigi Traettino, presidente di Confindustria, il Pnrr è un’occasione da cogliere al volo, ma rischia di non consentire l’arrivo sul territorio di opere reali a causa della notevole distanza rispetto alla pubblica amministrazione. Ecco perché il rapporto di Confindustria deve essere inteso anche come uno spunto per le istituzioni.

La ripresa è iniziata, ma…

Se si presta attenzione a ciò che il bilancio racconta, si possono riscontrare i segnali iniziali di una ripresa, che però non possono nascondere i problemi atavici che caratterizzano il territorio italiano. Risulta quasi superfluo elencarli, visto che da decenni sono noti a tutti: il lavoro irregolare, la mancanza di lavoro per i più giovani e l’occupazione. In Campania si registra un tasso di lavoro irregolare davvero troppo elevato, che nel comparto agricoltura arriva addirittura al 35.6%: questo vuol dire che più di 1 lavoratore su 3 viene impiegato in nero (ricordiamo che si tratta di un dato ricavato da un campione composto da 5mila imprese campane). Non va di certo meglio nel settore edile, dove gli irregolari sfiorano il 30%, a fronte di una media italiana del 16%, mentre nel comparto industriale gli irregolari sono il 14%. In tutti i casi, i numeri sono superiori non solo in confronto alla media nazionale, ma anche rispetto a quella delle regioni del Meridione.

Crescita modesta in Campania

Gli ultimi 20 anni sono stati caratterizzati da una crescita molto modesta. Le previsioni di crescita per il 2022 mettono in evidenza tassi che al Sud non hanno eguali, per un dato pari al 4.4%. in ogni caso, permane il gap fra il settentrione e il meridione. Nel 2021 l’agricoltura è cresciuta di oltre il 10%, mentre l’industria è calata del 10.2%; dati simili anche per le costruzioni, mentre il dato dei servizi mostra una contrazione di quasi l’8%. Per le imprese in Campania nei primi tre trimestri del 2021 i tassi di crescita hanno addirittura superato quelli della media nazionale.

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