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venerdì, Aprile 19, 2024
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Minacce all’ex moglie e alla figlia, arrestato membro del clan di camorra

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Nella mattinata odierna i Carabinieri della Stazione di Macerata Campania hanno dato esecuzione ad un’ordinanza cautelare di arresti domiciliari, emessa dal GIP del Tribunale di S. Maria C.V. (CE), su conforme richiesta della locale Procura, nei confronti di BIFONE Mario, nato a Portico di Caserta il 12/09/1964, gravemente indiziato dei delitti di stalking (atti persecutori), violenza sessuale aggravata e tentata violenza privata (arti. 81, 612-bis, 609-bis, 609-ter, 56 e 610 c.p.).

La misura odierna rappresenta l’epilogo di una serrata attività investigativa, svolta dai carabinieri di Macerata Campania, coordinata da questa Procura della Repubblica, nata dalla denuncia della parte offesa, la moglie del BIFONE. In particolare, si è riscontrato che il BIFONE, dopo la fine del matrimonio, aveva attuato, nei confronti della moglie e del di lei “compagno”, condotte reiterate di violenza e minaccia (anche di morte), cagionando in essi un grave e perdurante stato di ansia e di angoscia – alimentato dall’appartenenza del medesimo BIFONE alla omonima famiglia, alcuni esponenti della quale già condannati per associazione camorrista operante nel territorio di Portico di Caserta – tanto da ingenerare il fondato timore per la loro incolumità, costringendoli di fatto a modificare le abitudini di vita e a trasferirsi in altro Comune.
La gravità delle condotte contestate riflette svariati episodi, ricostruiti grazie alle dettagliate informazioni rese dalle persone offese, puntualmente riscontrate dall’attività investigativa. E così il BIFONE, al fine di conoscere il nuovo domicilio della moglie e del compagno, ha minacciato e usato violenza anche nei confronti della figlia e di un terzo soggetto, per ottenere le informazioni ricercate; in un’altra circostanza, a seguito del rientro della vittima nel comune di Portico di Caserta (CE), il Sifone ha continuato a minacciarla e percuoterla, fino ad abusare sessualmente della ex moglie.
Il provvedimento cautelare, emesso tempestivamente rispetto al momento della denuncia, è l’ennesima dimostrazione, da un lato, dell’importanza della denuncia delle persone offese di tal genere di delitti; e, dall’altro, la testimonianza che Polizia Giudiziaria e Autorità Giudiziaria sono fortemente e professionalmente impegnate nelle attività di indagine finalizzate alla prevenzione e repressione dell’odioso fenomeno della “violenza di genere”.
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