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giovedì, Aprile 25, 2024
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Napoli. Bimba di 8 anni salvata grazie ad un innovativo intervento all’esofago

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Napoli si dimostra ancora una volta eccellenza nel campo della chirurgia. Giunge dal Policlinico Federico II l’ultimo intervento ‘prodigioso’ in ordine di tempo. A poter sorridere questa volta è Alexandra, una bambina albanese di 8 anni, curata dall’equipe d’eccellenza dell’ospedale universitario napoletano. La piccola, residente a Tirana, da circa un anno non riesce a mangiare cibi solidi a causa dell’acalasia esofagea, una rara patologia. Dopo una ricerca estenuante, i genitori hanno individuato il Policlinico napoletano quale centro di eccellenza nel trattamento e nella cura delle patologie gastrointestinali pediatriche.

La piccola è accolta dalla Prof.ssa Annamaria Staiano, Direttore della Unità Operativa Complessa di Pediatria Generale, che studia ed inquadra la patologia. La piccola paziente è affidata al Prof. Ciro Esposito, Direttore della UOC di Chirurgia Pediatrica. Alexandra, dopo pochi giorni dall’intervento, viene dimessa e torna in Albania. Mangia serenamente, senza alcun problema, e grazie alle nuove tecnologie viene monitorata a distanza da Napoli. Oggi è completamente guarita.

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L’acalasia esofagea – sottolinea la prof.ssa Staiano– è una malattia rara (un caso /100000 abitanti/anno). Si manifesta solitamente in pazienti adulti tra i 40 e i 60 anni e,  molto raramente, in età infantile e adolescenziale. I sintomi più frequenti della malattia sono la difficoltà nel deglutire, il rigurgito ed il dolore nel momento della deglutizione fino all’impossibilità ad alimentarsi. La terapia medica con calcio antagonisti non dà, di norma, buoni risultati,ed è necessario che i pazienti siano trattati con tecniche chirurgiche mini-invasive come la laparoscopia”.

L’intervento chirurgico per l’acalasia si chiama miotomia extramucosa è eseguito per via laparoscopica con i classici “mini-buchini” sull’addome, con l’obiettivo di eliminare completamente l’ostacolo al passaggio del bolo di cibo e consentire al paziente di riprendere a deglutire normalmente.

Napoli. La soddisfazione del chirurgo Ciro Esposito

“L’intervento consiste nella mobilizzazione della parte distale dell’esofago dall’addome,  vale a dire che si “scolla” l’esofago dalle strutture anatomiche di ancoraggio naturale alla parete dell’addome e al diaframma  e si incidono gli ultimi 5-7 cm delle fibre muscolari dell’esofago utilizzando nuovi sealing device e l’energia laser. ”, ha spiegato il prof. Esposito.

I risultati a distanza di tempo sono ottimi – continua Esposito- circa il 90-95% dei pazienti risolve i propri disturbi in maniera definitiva ed il 5% circa migliora pur presentando la persistenza di una minima sintomatologia alla deglutizione. Utilizzando strumenti da 3-mm, il paziente non ha dolore nel post-operatorio, e grazie ad una telecamera ad alta definizione HD-3D con  tecnica della fluorescenza ICG è possibile avere delle immagini magnificate e più nitide ed eseguire interventi estremamente precisi, che permettono una rialimentazione rapida ed una dimissione dopo pochi giorni”.

 

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