I narcos di Marano usavano un linguaggio in codice per parlare dell’hashish, ma le loro telefonate sono state contestualizzate dagli inquirenti della Dda di Napoli. I trafficanti hanno provato a dissimulare la natura del loro commercio, addirittura, citando il nome del calciatore portoghese Ronaldo.
Il 10 giugno del 2023 è stata intercettata una conversazione tra il 25enne Stefano Verde e il 56enne Castrese Simioli, entrambi accusati di spaccio e detenzione di hashish. In una Peugeot nipote e zio parlavano come se fossero dirigenti sportivi o allenatori di fantacalcio intenti a vendere il fuoriclasse di Madeira noto anche con l’acronimo C.R.7. Il retroscena sui narcos emerge dall’ordinanza di custodia cautelare emessa dal Tribunale di Napoli.
Castrese Simeoli: Sta pure il “RONALDO”.
Stefano Verde: Eh…inc.le… il “Ci erre…” inc.le…
C.S: Eh, ho fatto tutto quanto. Tu hai detto vai e io sono andato.
S. V: Eh, e gli dovevi dare tutto quanto!
C.S: E non lo ha voluto che devo fare io?
S.V: Perché?
C.S: E il “RONALDO” dice perché quello il “RONALDO” noi già glielo abbiamo
dato…inc.le
Droga sull’asse Spagna-Marano
Le indagini del GICO di Napoli, condotte in collaborazione con la Guardia Civil spagnola, hanno svelato l’operatività di un gruppo criminale maranese, specializzato nell’importazione di carichi di droga da Malaga.
Nel corso delle attività investigative è stato arrestato un corriere dell’organizzazione, beccato in flagranza di reato durante il trasporto di oltre 290 chili di hashish poi sottoposti a sequestro. Inoltre è stata ricostruita l’importazione dall’Andalusia di altri 70 chili di droga.
L’indagine della Dda di Napoli
Ieri il Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria della Guardia di Finanza di Napoli ha eseguito un’ordinanza di applicazione di misura cautelare personale, emessa dal GIP del Tribunale di Napoli, su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia (procuratore aggiunto Sergio Ferrigno, sostituto procuratore Giuseppe Visone), nei confronti di 8 persone gravemente indiziate, a vario titolo, dei reati di associazione finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti e di detenzione, a fine di spaccio, di droga. Gli indagati avrebbero chiesto il permesso agli Orlando pagando al clan una tangente sulla droga venduta.