Nino D’Angelo in un’intervista al Corriere del Mezzogiorno ha criticato il sistema musica di italiano: “Sono quelli che si esibiscono in playback durante mega feste organizzate in piazza dalle radio più importanti”. Inoltre per l’artista napoletano: “C’è una massoneria della musica che crea, manovra e decide chi deve uscir fuori e chi no”. Per l’ex caschetto biondo dietro Sanremo ci sarebbe una “lobby di quattro-cinque case discografiche ancora in vita, le radio che hanno sempre più potere, le agenzie degli artisti e a questo aggiungiamo pure visualizzazioni e like comprati“.
Nino D’Angelo ha insistito su come gli artisti siano sempre gli stessi: “Ascoltati e riascoltati in radio, nei talent, in tv mentre cantano spesso in playback durante mega feste organizzate in piazza dalle radio più importanti. La canzone conta sempre di meno: mi viene da ridere quando parlano di canzoni. L’autotune? Fa miracoli, toglierlo farebbe danni incalcolabili, stroncherebbe le carriere“.
Gli artisti campani a Sanremo
Saranno trenta gli artisti in gara quest’anno al Festival di Sanremo anziché i 24 previsti. Tra loro anche tre cantanti campani che si esibiranno sul palco dell’Ariston dall’11 al 15 febbraio. Il più atteso è sicuramente Massimo Ranieri, che torna al Festival per l’ottava volta. La prima esibizione del cantautore partenopeo risale addirittura al 1968, quando arrivò 7° col brano Da bambino, mentre l’anno successivo arrivò 10° con Quando l’amore diventa poesia. Con Perdere l’amore, canzone entrata nella storia della kermesse, vinse poi Sanremo 1988. Tre le partecipazioni in gara negli anni ’90: a Sanremo 1992 arrivò 5° con Ti penso – altra hit del suo repertorio -, mentre nel 1995 fu solo 15esimo con La vestaglia, e nel 1997 fu 9°con Ti parlerò d’amore. È tornato in gara nel 2022 con Lettera di là dal mare, con cui ha vinto il Premio della Critica Mia Martini.
Da Massimo Ranieri a Stash e Rocco Hunt: tutti gli artisti campani in gara a Sanremo