Vincenzo Pernice è accusato di aver avuto un ruolo esecutivo nell’omicidio di Domenico Gargiulo. Secondo gli inquirenti, insieme a Vincenzo Caiazzo, avrebbero condotto in trappola o’ Penniell e si sarebbero procurati l’autovettura (una Ford C-Max) nel cui
bagagliaio veniva occultalo il cadavere del 29enne.
Pernice e Caiazzo avrebbero preso disposizioni riguardo l’omicidio da Antonio Bruno e Gennaro Antonio Sautto, il primo boss del clan Liccìardi, il secondo a capo del clan Sautto-Ciccarelli.
Insomma, per i pm e per il gip che ha firmato gli arresti, Pernice e Caiazzo sarebbero stati tra i principali protagonisti dell’agguato, seppur non accusati di aver materialmente ucciso Gargiulo. Eppure Pernice, nelle ore in cui si erano perse le tracce di O’ Penniell negò di essere stato con lui nel pomeriggio di venerdì 6 settembre 2019.
A raccontarlo è il collaboratore di giustizia, un tempo affiliato al clan Sautto-Ciccarelli, Vincenzo Iuorio nel verbale allegato all’ordinanza che ha portato in cella 8 persone nelle scorse ore.
Vincenzo Iuorio: “Comunque ritornai nel Don Guanella, stavo sempre armato e mi fermai fuori alla baracca, c’erano un sacco di persone ed io mi fermai, avvicinai O’ PE e con tutta spontanietà gli chiesi: “O’ PE MA O* PNIELLL ADDO’ STA… IERI STAVA CON TE” Lui cambiò di colore e disse “CU ME’? MA QUANDO MAI” e se ne andò, lo rimasi fuori la baracca come
se niente fosse successo, ma non avevo più dubbi anzi era tutto più chiaro. […] Confermo quanto ho scritto e preciso che Patteggiamento di 0’ PE’ mi confermò chiaramente che era coinvolto con il suo clan nell’omicidio”.