«Mi trovai a dover scegliere tra la vita delle due vittime e quella di mio suocero Vincenzo Esposito e di mio cognato Paolo all’epoca sedicenne». E’ questo un altro passaggio significativo del memoriale consegnato mesi fa ai magistrati da Fabio Magnetti, ex uomo di punta della Vanella Grassi che in pagine scritte di suo pugno sta ricostruendo le fasi più cruente della seconda e terza faida di Secondigliano e Scampia. Uno dei duplici omicidi ricostruiti da Magnetti è quello di Giuseppe Parisi e Giuseppe Ferraro, uccisi in un salone da barbiere nel rione Berlingieri il 27 aprile 2011. Di quei delitti Magnetti ha svelato un inedito retroscena e il dilemma morale che dovette affrontare in quelle fasi:«La morte dei miei familiari fu decretata da Mariano Riccio, esponente degli Amato-Pagano e commissionata a Rosario Guarino. Appreso della notizia di quest’ultimo e conscio che un omicidio già deciso sarebbe avvenuto in tempi brevi avvisai subito mio suocero, per me come un padre, dicendogli di non scendere di casa. Vedendomi in preda al panico e alla confusione ricordo che mio suocero mi disse che avrebbe potuto sacrificare la propria vita facendosi uccidere. Non avrei assolutamente accettare, avrei piuttosto sacrificato la mia vita».
Magnetti racconta il duplice omicidio Ferraro-Parisi a Secondigliano
A questo punto successe qualcosa. Secondo Magnetti gli Amato-Pagano, stanchi di questo tergiversare, convocarono Rosario Guarino e, non convinti delle vaghe risposte, fornite da quest’ultimo, decisero di commissionare gli omicidi anche a Ferraro e Parisi. «Ricordo che allora presi la decisione di uccidere Parisi e Ferraro. Venni contattato da Mennetta che mi disse che avrebbe pensato lui alla materiale esecuzione degli omicidi e che avrei soltanto dovuto accompagnarlo in macchina. Riuscimmo ad intercettare le due vittime in un salone da barbiere, Mennetta scese dalla macchina e iniziò a sparare alla testa a Ferraro che era all’esterno poi entrò dentro e uccise Parisi. Io rimasi in macchina. Il giorno dopo Mennetta e Guarino mi dissero che era stata creata una nuova alleanza tra le cinque famiglie contro gli Amato-Pagano e così Guarino mi convinse ad entrare nella famiglia».