Eseguita sabato all’Istituto di medicina legale del Policlinico di Napoli l’autopsia sul corpo di Ciro Luongo, il 58enne viceispettore di polizia ucciso una settimana fa nel suo appartamento all’interno del parco Erica-San Mario di via delle Margherite a Melito dal figlio della compagna, il 24enne Roberto Marchese. Resta invece incerta la data del funerale del viceispettore. Il motivo è da ricercarsi nella volontà della famiglia di cremare il corpo di Ciro Luongo ma, viste le indagini ancora in corso da parte della Squadra Mobile di Napoli (diretta da Giovanni Leuci) e coordinate dalla Procura di Napoli Nord, il pm avrebbe dato l’assenso per i funerali solo con l’interramento del viceispettore e non della cremazione, questo perchè decorsi i termini per il deposito dell’esito dell’autopsia (solitamente tra i 60 e i 90 giorni) potrebbe essere richiesto una ulteriore perizia sul corpo di Ciro Luongo dopo l’esito dell’esame autoptico appena effettuato.
Roberto Marchese è attualmente rinchiuso nel carcere Giuseppe Salvia di Poggioreale, nonostante la convalida del fermo da parte del Gip (che non ha ravvisato pericoli di fuga) con l’accusa accusa di omicidio. Il giovane, al culmine di una lite per la fuga dalla casa di un pappagallino secondo quanto ricostruito, ha inferto alcune coltellate sul corpo del 58enne poliziotto in servizio al Commissariato di Giugliano-Villaricca. I fendenti hanno raggiunto Luongo al collo e al torace lasciandolo in una pozza di sangue. L’avvocato del ragazzo, Alessandra Paolone ha riferito come il ragazzo sia «sempre stato collaborativo sia nella notte del fermo con il pubblico ministero che con il Gip. Il ragazzo è a pezzi, come chiunque sa di aver cagionato la morte di un’altra persona». Roberto, l’aggiunta dell’avvocato, «è pentito, è dispiaciuto per l’accaduto».