La richiesta dei PM risaliva allo scorso 11 novembre 2024, ma ora la sentenza lo conferma: Alessandro Impagnatiello, 33 anni, è stato condannato all’ergastolo per l’omicidio della compagna Giulia Tramontano e di Thiago, il figlio che la donna portava in grembo. L’uomo, inoltre, sarà sottoposto anche all’isolamento diurno per 3 mesi. La sentenza arriva in una data particolarmente significativa, quella del 25 novembre, Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne.
L’ex barman è accusato di omicidio volontario aggravato dalla premeditazione, dalla crudeltà, dai futili motivi e dall’aver ucciso la convivente. Deve inoltre rispondere di interruzione di gravidanza non consensuale e di occultamento di cadavere.
Il 27 maggio 2023, Alessandro Impagnatiello uccise, nella loro casa a Senago, Giulia Tramontano di 29 anni. All’epoca dei fatti, Giulia era incinta di 7 mesi del loro bambino, Thiago. In seguito all’uccisione, l’uomo tentò di liberarsi del corpo della donna: prima provò, senza riuscirci, a bruciarlo nella vasca da bagno; poi lo occultò in un anfratto vicino ad alcuni box in via Monterosa, non molto lontano da dove la coppia abitava.
Il killer ne denunciò inizialmente la scomparsa, ma le indagini si concentrarono fin da subito su di lui. Nell’arco di pochi giorni Impagnatiello confessò l’omicidio, portando gli inquirenti al ritrovamento del corpo.
ARTICOLO PRECEDENTE – Chiesto l’ergastolo per Impagnatiello: “La gravidanza è stata condanna a morte di Giulia”
È attesa per il prossimo 25 novembre, nella Giornata internazionale contro la violenza sulle donne, la sentenza del processo a carico di Alessandro Impagnatiello per l’omicidio della fidanzata Giulia Tramontano. L’aggiunta Letizia Mannella e la pm Alessia Menegazzo hanno chiesto alla Corte di Assise di Milano, presieduta dal giudice Antonella Bertoja, la condanna all’ergastolo con 18 mesi di isolamento diurno. L’ex barman è accusato di omicidio volontario pluriaggravato, interruzione di gravidanza non consensuale e occultamento di cadavere. Nell’udienza di oggi hanno poi preso la parola l’avvocato di parte civile Giovanni Cacciapuoti e i difensori Giulia Geradini e Samanta Barbaglia.
“L’omicidio del 27 maggio è solo l’epilogo drammatico di un piano omicidiario iniziato molti mesi prima“. Così la pm Alessia Menegazzo in uno dei passaggi della requisitoria nel processo a carico di Alessandro Impagnatiello, parlando di un “progetto mortale a lungo premeditato” per uccidere la compagna Giulia Tramontano incinta di sette mesi. “L’imputato – ha detto – programmava da mesi l’omicidio, tentando di eliminare madre e figlio con la somministrazione di veleno“. In aula intanto sono arrivati i familiari della vittima tra cui la madre Loredana Femiano, il padre Franco e il fratello Mario.
Alessandro Impagnatiello ha sempre agito in modo coerente alla sua “triade oscura“, come definita dai periti che lo hanno giudicato capace di intendere e volere. Triade composta, ha spiegato la pm Alessia Menegazzo nella requisitoria oggi in aula, da “tratti psicopatici, narcistici e macchiavellistici, con capacità di mentire e manipolare e con assenza di rimorso“.