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venerdì, Aprile 26, 2024
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«Piazze del Don Guanella come bancomat dei ‘capitoni’», il retroscena

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Il rione Don Guanella per anni è stato il personalissimo bancomat del clan Lo Russo e dei suoi capi. Una ‘base operativa’ attraverso cui coprire le spese maggiori, quelle dei carcerati, introiti garantiti dalle sue piazze di spaccio vera e propria ‘manna’ per i capitoni di Miano. A spiegare la gestione di quel comparto criminale è stato lo stesso Carlo Lo Russo, un tempo ‘padre padrone’ del clan (fino alla fine del 2015) e poi collaboratore di giustizia:«Le piazze del Don Guanella, una di esse è gestita da tale Angiulillo, che dava 2milaeuro al mese a Tonino figlio di Peppe che è detenuto a Opera. Il guadagno nostro poi era sulla vendita che era a 48mila euro. Mariano ed Enzo si occupavano di questo. Il prezzo di vendita era più o meno sempre questo, escluso Marco Corona e Ciro Perfetto che avevano un prezzo di favore…Ciro Perfetto vendeva ai Quartieri Spagnoli e ai fratelli Gotta che abitano nel mio palazzo…altra piazza era gestita da Carletto cioè Davide Carlo che dava
le mesate a Lellè. Vendevamo a 48 alla Masseria Cardone (e, dunque, ai Licciardi), pretendendo in cambio un’entrata fissa mensile. Insomma dalle piazze del Don Guanella all’incirca uscivano le spese per i carcerati». Una piazza talmente importante che ‘zì Carlo’ ne aveva affidato la gestione ad un fedelissimo, Ciro Perfetto.

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